Il Veronelli è una bibbia per intenditori. Le Denominazioni Comunali (De.Co.) hanno anticipato la valorizzazione dei prodotti locali. Le sue guide hanno pavimentato la strada per Slow Food. Luigi Veronelli, un protagonista della vita culturale italiana del dopoguerra, ha coniato espressioni e inaugurato punti di vista che poi sono entrati nell’uso comune. Giovane assistente di filosofia
Il Veronelli è una bibbia per intenditori. Le Denominazioni Comunali (De.Co.) hanno anticipato la valorizzazione dei prodotti locali. Le sue guide hanno pavimentato la strada per Slow Food. Luigi Veronelli, un protagonista della vita culturale italiana del dopoguerra, ha coniato espressioni e inaugurato punti di vista che poi sono entrati nell’uso comune. Giovane assistente di filosofia teoretica, attivista politica di fede anarchica, editore di testi libertari, perfino più volte condannato in tribunale per questo, diviene poi un alfiere riconosciuto di ciò che l’Italia ha di buono e di importante: le sue tradizioni locali, il suo vino, le sue ricette, i piccoli produttori. È anche stato uno dei primi a parlare, in tv, di enogastronomia: chi si ricorda ‘Colazione allo studio sette’, con Delia Scala e Ave Ninchi?
Oggi online un bellissimo suo ritratto di Edgar H. Meyer per il magazine ufficiale di Expo Milano 2015.
![Luigi Veronelli sul magazine ufficiale di Expo Milano 2015]()
“Se non ami il vino, se non sei disposto a riconoscerlo amico, non leggermi. Non puoi capirmi, ti stupiresti – sciocco sino a riderne – di frasi esatte: la scienza ha conquistato lo spazio e non ancora il ‘meccanismo’ delle infinite metamorfosi del vino, vi è qualcosa che sfugge, che si sottrae ad ogni analisi, qualcosa che noi solo conosciamo, con cui solo noi comunichiamo, noi che amiamo il vino: la sua anima. Ti stupisci; non noi”
Leggi il ritratto di Luigi Veronelli sul magazine ufficiale di Expo Milano 2015
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