“Anche i dinosauri credevano di avere tempo”. Gli studenti europei in marcia per il clima

Da alcune settimane, decine di migliaia di studenti europei scendono in piazza per chiedere ai loro governi di fare di più per difendere il clima.

Migliaia di studenti hanno manifestato giovedì 7 febbraio a l’Aia, nei Paesi Bassi, per chiedere al loro governo il resto del mondo di impegnarsi di più nella lotta ai cambiamenti climatici. 15mila persone, secondo gli organizzatori, hanno sfilato nelle strade della città, scandendo slogan come: “Fate l’amore, non l’anidride carbonica”.

Gli studenti europei torneranno in piazza

“Anche i dinosauri credevano di avere tempo”, campeggiava su uno striscione esposto nel corso del corteo, la cui partecipazione è stata più ampia del previsto. Per questo gli organizzatori hanno chiesto ai giovani di tornare in piazza anche la prossima settimana, riferisce l’agenzia di stampa olandese Anp.

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Alla fine del mese di gennaio, allo stesso modo, anche in Francia e in Belgio gli studenti hanno protestato contro le politiche ambientali giudicate insufficienti dei loro governi. In numerose città delle due nazioni europee, ragazze e ragazzi hanno marciato chiedendo di “cambiare il sistema, non il clima”.

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Studenti in piazza a Berlino per chiedere maggiore impegno sul fronte climatico © Omer Messinger/Getty Images

In Belgio si dimette un ministro

A Bruxelles, l’iniziativa ha già comportato delle conseguenze politiche. La ministra fiamminga dell’Ambiente, Joke Schauvliege, democristiana di 48 anni, è stata costretta alle dimissioni dopo aver rilasciato un’intervista nella quale ha affermato che le marce per il clima sono “un complotto”. “Posso affermare – aveva dichiarato – che dietro a queste manifestazioni c’è tutto fuorché qualcosa di spontaneo”.

L’esponente conservatrice aveva anche citato i servizi segreti belgi per avvalorare la propria tesi, salvo poi – come riferito dalla stampa internazionale – ritrattare la versione. Ammettendo di aver mentito.

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Nel frattempo, agli studenti ecologisti ha risposto anche il primo ministro olandese Mark Rutte. In modo per nulla conciliante: “Devono sapere che non possono chiedere misure più ambiziose da parte del nostro governo”, ha affermato il capo del governo parlando alla televisione pubblica Nos.

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