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La campagna per Vidas di Andrea Chiaravalli, trail runner per passione e solidarietà
Intervista ad Andrea Chiaravalli, papà supportato da Vidas in uno dei momenti più bui, che oggi corre per Casa Sollievo bimbi e lancia una raccolta fondi.
“Papà, vengo a correre con te?” È da questa domanda che la piccola Greta poneva sempre al padre, che nasce l’iniziativa di Andrea Chiaravalli a favore di Vidas. Appassionato di trail running, ovvero di corse in montagna, dall’8 al 20 novembre Chiaravalli parteciperà alla Everest Trail Race in Nepal. Si tratta di una gara in altura a tappe nelle valli intorno all’Everest, con 26mila metri di dislivello.
Per questa occasione, che ha voluto soprannominare “26.000 metri con Greta”, Andrea ha infatti lanciato una campagna di raccolta fondi da destinare a Casa Sollievo Bimbi: non solo per ricordare le cure garantite da Vidas alla figlia, deceduta per tumore, ma anche per supportare tutti i bambini curati da Vidas ogni giorno. Ci ha raccontato la sua esperienza.
L’amore per Greta e per la corsa
“Quando Greta era ancora piccola e io mi allenavo per le Ultratrail estive intorno al Monte Bianco, voleva sempre venire con me”. Greta però all’epoca ha solo 6 anni, quindi è “costretta” a rimanere a casa. “Dopo averla salutata con un bacio correvo via lungo il sentiero nel bosco,” racconta papà Andrea.
Poco tempo dopo, improvvisamente, Greta sta male. “Scopriamo che un tumore incurabile si è sviluppato nel cervello di nostra figlia”. Tutta la famiglia è sotto shock e in un attimo si ritrova catapultata in un turbinio di chemioterapie, controlli, visite, medicine, fisioterapie, radioterapie… “La nostra piccola Greta con grande pazienza e con tutto il nostro amore fa del suo meglio per sopravvivere”, ma è una lotta durissima per una bambina di soli 8 anni.
“L’ultima estate ci trasferiamo per un periodo nella nostra casa al mare e annullo la mia partecipazione alla Ultratrail del Monte Bianco, ma Greta vorrebbe sempre correre con me. Non può fare più di 20 metri, cammina male ed è deformata dal cortisone e dalle cure intensive che ha fatto negli ultimi 3 mesi. Allora io inizio a spingerla sulla carrozzina giù fino al paese, e poi di nuovo sulla collina fino a casa, lungo una stradina pedonale molto ripida. Non è la stessa cosa, ma almeno corriamo insieme.”
L’importanza delle cure palliative pediatriche
“Ad ottobre scopriamo che la situazione è peggiorata e le cure non servono più,” continua a ricordare Andrea. “Noi genitori siamo spaventati, ma sua sorella Marta che studia medicina – oggi è oncologa – cerca sempre di rallegrarla. Tutti continuiamo a rassicurarla, dicendole che la pallina nella testa sta per scomparire, ma purtroppo non è così. In ospedale ci dicono che non ci sono più cure da fare. Ed è così che incontriamo Vidas.”
Nel 2015 Casa Sollievo Bimbi è un progetto su carta, che vedrà la luce solo quattro anni dopo. Allora il servizio di cure palliative pediatriche che Vidas poteva offrire era solo a domicilio.
“Da subito ci sentiamo confortati e aiutati. Tutti i giorni un medico bravissimo si alterna a un’infermiera e vengono a casa a curare Greta, che nel frattempo ha compiuto 9 anni. Non solo la curano, ma ci aiutano a capire come aiutarla e a gestire una situazione così difficile. Così non c’è bisogno di andare in ospedale, ma possiamo stare tutti insieme nella nostra casa, nel nostro nido, dove le nostre figlie sono nate e cresciute e dove i nostri amici possono venire a trovarci e a darle tutto l’amore e i sorrisi, così importanti e necessari per andare avanti,” conclude così il suo ricordo Andrea.
“Per questo motivo non smetterò mai di sostenere Vidas, che pochi anni dopo ha aperto Casa Sollievo Bimbi, un hospice specifico per i bambini, dove vengono accolti con le loro famiglie in una struttura stupenda, progettata con tutti gli accorgimenti più innovativi e in cui anche la bellezza gioca un ruolo importante. Perché un ambiente bello può aiutarci a stare meglio. Greta spesso diceva “non voglio le cose tristi e non voglio la tristezza intorno a me”.
Casa Sollievo Bimbi è il primo hospice pediatrico della Lombardia e uno dei soli sette attivi in Italia. Nonostante la conoscenza e il ricorso alle cure palliative sia molto migliorato dal 2010 ad oggi, l’offerta di cure palliative pediatriche nel nostro Paese resta ancora molto limitato. Si stima che sui 35.000 bambini che avrebbero bisogno di cure palliative pediatriche, solo uno su 20 riesca ad accedervi.
L’impresa di Andrea Chiaravalli
“Oggi continuo a correre nella natura, non mi interessano più le corse su asfalto e le gare nelle città, preferisco correre isolato nelle montagne e nei boschi, dove ho la sensazione che finalmente Greta riesca a correre con me,” continua Andrea.
Nonostante l’iniziativa sia stata appena lanciata, infatti, l’obiettivo iniziale di 26mila euro è già stato superato. Un risultato importante per tutti i bambini che come Greta, un giorno, avranno bisogno di aiuto. Per maggiori informazioni: vidas.it
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