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In occasione del bicentenario della nascita di Bahá’u’lláh, il fondatore della fede baha’i, abbiamo parlato con chi ha scelto questa religione che promuove l’unità, la parità di genere, l’inclusione e l’abbandono di qualsiasi pregiudizio.
Milioni di bahaisti, i seguaci della religione baha’i, si sono riuniti per festeggiare il duecentesimo anniversario della nascita di Bahà’u’llah, il fondatore della religione. Nato nella città iraniana di Teheran, Bahá’u’lláh era conosciuto come la “manifestazione di Dio” e riconosciuto per il suo messaggio di pace ed unificazione spirituale, avendo dedicato la sua vita (nacque nel 1817 e morì nel 1892) alla divulgazione di una nuova rivelazione di Dio a tutta l’umanità attraverso le sue scritture, come libri, lettere e versi.
“Bahá’u’lláh portò con sé delle idee nuove per il tempo”, ci ha detto Noushin Samii, una seguace attiva della comunità baha’i in Belgio. “Parlava dell’unità del genere umano, la pace universale e l’abbandono dei pregiudizi”. Il suo approccio era globale, promuoveva la creazione di un nuovo ordine mondiale che avrebbe coinvolto il piano materiale e quello spirituale. Per questo ha passato 40 anni della sua vita in condizioni durissime esiliato in prigione.
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Samii sottolinea il fatto che duecento anni potrebbero non sembrare molti ma il numero di bahai in tutto il mondo e tutte le lingue in cui sono state tradotte le scritture sono prova della diffusione e dell’impatto degli insegnamenti di Bahà’u’llà. “La comunità che è stata creata nel corso di questi duecento anni rappresenta l’unità nella diversità di tutto il genere umano”, aggiunge. “I bahai desiderano giustizia sociale e sviluppo in tutto ciò che li circonda”.
“Esistono ancora molti pregiudizi nel mondo. Quando due persone si incontrano spesso sentiamo dire : ‘Da dove vieni?’. Questo crea un distacco”, afferma Samii. “Credo che arriverà un momento in cui tutti tutti saremo cittadini del mondo. È importante rispettare le tradizioni, ma penso che siamo tutti parte di una sola famiglia del genere umano”. Il messaggio di Bahá’u’lláh non si limita a questo. I suoi insegnamenti incoraggiano anche l’abbandono di ogni tipo di pregiudizio, compresi i pregiudizi di genere. Promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne è una parte importantissima del suo credo.
“La fede baha’i promuove una comunità felice. Per me, il fine ultimo di una religione dovrebbe essere la felicità delle persone. Molto spesso questo si avverte alle riunioni baha’i. Le persone sono felici c’è amore e gioia, e tutti lavorano insieme per un obiettivo comune. Ho veramente sentito la gioia di tutta la comunità durante le celebrazioni del bicentenario. Ci sono persone da tutti i paesi. Si vede la diversità all’interno della comunità, e questo è il risultato degli insegnamenti del baha’i”, spiega Samii.
“Tutti si sentono felici quando si sentono utili, e quando si può essere utili? Quando ci si mette al servizio della società, facendo qualcosa per migliorarla”, aggiunge piena di gioia.
Quando osserviamo la complessa storia delle religioni dal punto di vista della fede baha’i, notiamo una rivelazione progressiva. Ogni nuova religione di Dio arriva per rinnovare dei vecchi insegnamenti e portarne di nuovi adattati all’epoca, mentre le fondamenta rimangono sempre le stesse. Il Cristianesimo, come tutte le altre, può essere inteso come una religione di ispirazione divina che necessita una rigenerazione. Quindi le religioni non sono più viste come sistemi separati e rivali, e le barriere che le separano sono superate quando le comunità si uniscono nella sacra preghiera all’unico Dio.
Non c’è alcun dubbio che tutti i popoli del mondo, di qualsiasi razza o religione, prendono la propria ispirazione da una fonte celestiale, e sono soggetti a un solo Dio. La differenza dei precetti che seguono dovrebbe essere attribuita ai bisogni e alle esigenze in cambiamento dell’era in cui sono stati rivelati.Bahá’u’lláh, Gleanings 217
La fede baha’i è non-dogmatica e incoraggia tutti a trovare la verità dentro sé stessi. “Tutti pregano direttamente con Dio. Non esistono preti. Penso che sia una cosa buona, dovremmo tutti provare ad avere questa dialogo con Dio, avere un momento di gratitudine verso ciò che abbiamo nella vita. Non abbiamo bisogno di un prete come intermediario”, spiega Samii. “Forse un tempo quando la gente non sapeva né leggere né scrivere era necessario un prete, ma non vedo la necessità di un intermediario se si può pregare direttamente Dio. Crediamo nell’unità di Dio, al fatto che sia lo stesso Dio in tutte le religioni, e crediamo nell’unità di tutte le religioni”.
La ricerca indipendente della verità è al centro della fede baha’i e tutti, a prescindere dal genere, nazionalità, o qualsiasi altro elemento di diversità, sono incoraggiati a leggere di più, fare domande e imparare da soli. Il bicentenario è stato importante perché ci ha ricordato che Bahà’u’llah ha invitato l’umanità a creare un nuovo ordine mondiale che dà importanza alla felicità e promuove la giustizia, l’istruzione, l’assenza di pregiudizi e l’unità nella diversità.
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