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Barcellona 2004: il Forum delle Culture o il Forum delle Contraddizioni?
A Barcellona, quattro mesi di dibattito sui temi-chiave della sostenibilità. Il Forum delle Culture purtroppo rischi di essere una farsa.
Dal 9 maggio al 26 settembre 2004 la città di Barcellona ospita un grande evento per chi crede che un altro mondo è possibile: il Forum delle Culture, dedicato, come si legge nel programma, alla diversità culturale, allo sviluppo sostenibile, alla diffusione della pace. 141 giorni di spettacoli, concerti, dibattiti che vedono fra i partecipanti artisti del calibro di Bob Dylan e Phil Collins o personalità del mondo politico quali Boutros-Ghali o Mikhail Gorbaciov. E poi, mostre dedicate alle culture di tutto il mondo, per esempio con un intero padiglione riservato all’esposizione dell’esercito di Terracotta di Xian di Pechino, e performances artistiche dislocate in varie zone della città, oltre a un’area di 30,000 metri quadrati progettata e realizzata appositamente per il Forum. Un programma ricchissimo, insomma, che testimonia come alcune tematiche siano diventate nevralgiche non solo nell’agenda internazionale, ma anche nella vita quotidiana e nella comunicazione pubblica dei comuni cittadini.
Questo sulla carta, almeno a quanto risulta dalla denuncia portata avanti dai cosiddetti “gruppi antagonisti” spagnoli e non. Il Forum, pur promuovendo la discussione sulle conseguenze della globalizzazione, annovera fra i suoi sponsors multinazionali quali Nestlé, Toyota, Coca-Cola, note non certo per l’impegno ambientale o umanitario. Per quanto riguarda le associazioni umanitarie, fra i promotori sono presenti importanti istituzioni come l’Unesco, la Croce Verde, Save the Children e la sezione spagnola di Medici senza Frontiere. Ma riflettendo su quali e quante siano le organizzazioni no-profit impegnate nel dibattito sui temi al centro del Forum (multiculturalismo, ecologia, cultura della pace), ci si rende conto che sono molti e altrettanto importanti gli assenti.
Altro punto chiave della polemica sul Forum è la questione dell’inquinamento: nel sito ufficiale dell’evento viene giustamente evidenziato che l’intera manifestazione è stata pensata per ridurre al minimo la produzione di inquinamento, incoraggiando iniziative di riciclo (bicchieri e sacchetti di plastica biodegradabili forniti dall’organizzazione), il ricorso a energie rinnovabili (l’enorme pannello fotovoltaico) o l’utilizzo di mezzi di trasporto a impatto zero (biciclette, pattini, a piedi) per raggiungere l’area della fiera. Ma un consorzio di organizzazioni cittadine e internazionali denuncia, in un sito che raccoglie il malcontento sul Forum e nel manifesto “L’altra faccia del Forum delle Culture”, l’inquinamento prodotto durante la costruzione della struttura che ospita l’avvenimento e lo stravolgimento dell’assetto paesaggistico dell’intera zona.
Se la Spagna è la meta vacanziera scelta per quest’estate, una visita di persona al Forum forse potrebbe chiarire dubbi e interrogativi suscitati da una manifestazione che ha quanto meno il vantaggio di avere catalizzato l’attenzione: toglierci questa curiosità ci costerà 21 euro al giorno.
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