Campo Lungo racconta la realtà del mondo, dei suoi cambiamenti e le sue sfaccettature attraverso storie di sport.
Tolomeo è il primo podcast di Dargen D’Amico, con LifeGate come media partner e supporto autoriale. Sei episodi in uscita dall’11 novembre, ogni martedì.
Chi è Tolomeo? Per Dargen D’Amico, è un incontro che ha lasciato impronte molto profonde. È per questo che il rapper, cantautore e produttore ha voluto dare simbolicamente il nome di Tolomeo a una pianta che impersona lo spirito del nostro tempo. Tolomeo – Le impronte che lasciamo è il titolo del suo primo podcast, a cui partecipa anche LifeGate con il ruolo di media partner e supporto autoriale. I sei episodi escono ogni martedì, a partire dall’11 novembre 2025, nelle principali piattaforme di streaming.
“Questo progetto racconta le storie di persone che, con le loro vite, ci incoraggiano a riflettere su quanto le nostre azioni, anche le più piccole, influenzino la storia, l’ambiente e le generazioni future di questo paese. Le impronte che lasciamo sono più di semplici tracce delle nostre abitudini. Anche se non lo sappiamo ancora, abbiamo tutti un ruolo in questa comunità. Noi scompariremo ma rimarranno le nostre impronte. Noi, in questo momento, siamo i custodi del mondo”. Queste le parole scelte da Dargen D’Amico per presentare il suo podcast, prodotto da Giada Mesi con il supporto di Save the Duck. Oltre a LifeGate, l’altro media partner è Tuorlo.
I protagonisti sono molto diversi tra loro per profilo, competenze, idee, ma hanno qualcosa in comune: con le loro azioni, provano a incidere positivamente sul mondo che li circonda. Si comincia con Najla Aqdeir, atleta che ha trovato nello sport uno strumento di riscatto e integrazione. A seguire, il deputy general manager di Cesvi Roberto Vignola, la responsabile dell’Unità di emergenza Lav Beatrice Rezzaghi, la giornalista, attivista e conduttrice televisiva Giulia Innocenzi, la viticoltrice Marta Venica e lo stand-up comedian Ivano Bisi.
“Li ho scelti perché sentivo la necessità di raccontare delle storie fondamentali oggi”, spiega a LifeGate Dargen D’Amico. “Sono persone che agiscono quotidianamente, passo dopo passo, per riformare la fiducia che abbiamo in noi stessi e nell’essere umano. Una fiducia che ultimamente è un po’ vacillante; e non credo che sarà l’intelligenza artificiale a risolvere i nostri problemi, se prima non ci prendiamo le nostre responsabilità”.
Nato artisticamente nella scena hip hop milanese dei primi anni Duemila, Dargen D’Amico ha alle spalle dodici album in studio da solista. Negli ultimi anni è diventato molto popolare anche per il grande pubblico, complici le due partecipazioni al Festival di Sanremo e alla trasmissione X Factor nelle vesti di giudice. Per lui questa è la prima esperienza come podcaster. “Lo sono diventato anche perché c’era la possibilità di avere il sostegno di LifeGate: mi piace la vostra volontà di raccontare i problemi del mondo, ma anche di fotografare gli spiragli di luce”, ci rivela. “Spiragli che arrivano da storie vere, sincere, raccontate da persone che magari a livello mediatico hanno un peso limitato. Non volevo fare il classico podcast con grandi voci che raccontano storie piccole, ma il contrario: piccole voci che raccontano grandi storie”.
Ed è proprio questa la differenza principale che D’Amico vede tra il podcast e la musica: “Ho cercato di interpretare il punto di vista degli altri, più che il mio”. Prendendo in prestito una domanda che rivolge ai suoi ospiti, gli abbiamo chiesto che impronte vuole lasciare con questo progetto. “Vorrei essere un invito a collaborare: alla fine, l’unica cosa che non possiamo negare è che condividiamo questo pianeta in questo momento”, risponde. “Vorrei essere un biglietto da visita per qualcosa di luminoso; non per la paura, che è il primo meccanismo generativo di odio. Quando conosci gli altri, capisci che quello che vedi nell’altro sei sempre tu”.
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