La misura è valida per tutta la Spagna e comprende autobus e treni a media percorrenza e suburbani. Sono esclusi per ora i trasporti pubblici locali.
Giocando con il concetto di Still Life, la campagna scattata dal fotografo Roberto Savio racconta l’economia circolare secondo Stellantis, un approccio olistico alla sostenibilità del prodotto esteso all’intero ciclo di vita dell’auto.
In un’epoca in cui l’ambiente chiede conto delle nostre scelte, l’industria automobilistica sta riscrivendo le regole del gioco. Progettare e costruire un’auto è una questione complessa. Ancora di più se a quell’auto, o alle parti che la compongono, si intende donare una seconda vita. Se si vuole inserire il processo nell’economia circolare, sistema che elegge a principio il prefisso “ri”: rigenerare, riparare, riutilizzare, riciclare. Ma nella storia dell’auto la ricerca sui materiali è sempre stata una costante: oggi, agli obiettivi tradizionali di leggerezza e robustezza si aggiungono nuovi criteri, decisivi nell’orientare la ricerca: sostenibilità nell’uso delle risorse, diminuzione dei consumi, durevolezza, riciclabilità e rinnovabilità.
Alternando analisi di scenario sui principali trend a casi studio, lo spiegava bene già nel 2018 il volume della collana Neomateriali nell’economia circolare – Automotive, con l’obiettivo appunto di condurre il lettore attraverso le trame più fitte di una rivoluzione radicale proponendosi, come scriveva nella sua prefazione Roberto Giolito – designer che ha fatto la storia dell’auto in Italia e dalla cui matita sono usciti modelli come la Multipla e l’attuale Fiat 500, oggi head of Heritage di Stellantis – come “un carnet di strumenti operativi per chi affronta il progetto dell’automobile nel suo quadro più ampio”.
2018-2025: nel giro di pochi anni il mondo dell’automotive appare radicalmente cambiato. Sembra scomparsa ogni titubanza rispetto alle svolte tecnologiche che permetteranno al settore di portare a compimento il proprio percorso di transizione ecologica, mentre concetti come rigenerazione, decostruibilità, recuperabilità e riciclabilità assumono un valore sempre crescente.
Per comprendere il complesso e delicato passaggio che l’industria automotive sta compiendo, per comprendere il futuro di un prodotto simbolo dell’ingegno umano, serve la capacità di mettere a nudo quegli abitacoli in cui sempre più il comfort dei materiali è legato alla loro resistenza e riparabilità. Bisogna comprendere il significato di durata e rinnovabilità dei materiali.
Sia chiaro, non si tratta di una trasformazione né facile né indolore. Una cosa però è certa. La natura ci insegna il suo paradigma basato sulla circolarità e il business ne adotta i principi per un’economia che non può più prescindere dalla sostenibilità. La ricerca sui nuovi materiali ci aiuterà. Perché servono nuove prestazioni. Serve robustezza legata a sostenibilità. Serve un uso delle risorse che tagli i consumi e aumenti la durevolezza. Riciclabilità e rinnovabilità saranno sempre più a bordo delle nostre auto.
È il volto nuovo dell’auto, l’invisibile che trasforma la materia. Un concetto che ha interpretato bene Stellantis nel 2022 con la creazione di SUSTAINERA una business unit interamente dedicata alle attività di economia circolare e con l’inaugurazione nel 2023 del primo Circular Economy Hub SUSTAINERA, 73mila metri quadrati nati da una struttura riconvertita nel comprensorio di Mirafiori, Torino, “uno stabilimento modello nel settore automobilistico che coniuga rispetto ambientale e sviluppo economico” come l’ha più volte definito John Elkann, Presidente di Stellantis.
Uno stabilimento che oggi ospita attività come la rigenerazione di motori, cambi e batterie per veicoli elettrici, il ricondizionamento e lo smontaggio dei veicoli dove i componenti usati, usurati o difettosi vengono smontati, puliti e rigenerati senza comprometterne la qualità, oppure riutilizzati o riciclati. Componenti, ma anche interi veicoli, che una volta reintrodotti nel mercato attraverso canali di vendita e assistenza dedicati, tornano a nuova vita.
L’iniziativa SUSTAINERA di Stellantis ha l’obiettivo di prolungare la vita utile di componenti e veicoli, ridurre la domanda di nuove materie prime, limitare la produzione di sprechi e rifiuti e contenere le emissioni lungo l’intero ciclo di vita del veicolo, dalla progettazione al fine uso. Al centro della strategia ci sono le 4R che rappresentano le azioni chiave per un modello di produzione e consumo più sostenibile – Reman (rigenerazione), Repair (riparazione), Reuse (riutilizzo) e Recycle (riciclo) – un cambio di paradigma rispetto al modello di consumo lineare “produci-usa-getta”. Questa visione si rivolge non solo agli automobilisti, ma anche agli operatori del settore post-vendita e della manutenzione, costruendo un’offerta che vuole essere la scelta responsabile per tutti gli attori della filiera.
Ma per comprendere meglio il valore dell’iniziativa di SUSTAINERA serve fare un passo indietro. Perché, se è vero che oggi il trend di trasformazione green investe ormai ogni aspetto del settore automotive, gran parte di quella trasformazione, seppur in atto da tempo è ancora invisibile ai più. E cosa di meglio dell’arte per raccontare con occhi nuovi e creativi gli sviluppi più recenti e affascinanti di quella che rimane una delle più straordinarie tecnologie elaborate dall’uomo?
L’arte da sempre racconta meglio di altri le trasformazioni in atto, l’arte che non solo riflette la nostra realtà socioculturale, ma può anche promuovere una maggiore consapevolezza e azioni concrete. Per questo gli artisti possono svolgere un ruolo chiave nella promozione dell’economia circolare, creando opere d’arte che stimolino la riflessione sulle tematiche ambientali e ispirino un cambiamento culturale verso la sostenibilità
E proprio con questo obiettivo, per sensibilizzare il pubblico su questi concetti, che SUSTAINERA ha commissionato al fotografo specializzato in still life – ovvero la tecnica artistica e fotografica che si usa per ritrarre gli oggetti – Roberto Savio la campagna visiva Still Life, che ha previsto la realizzazione di quattro scatti artistici per illustrare in modo tanto concreto quanto concettuale ciascuna delle quattro R della strategia. “L’obiettivo non era solo descrivere, ma emozionare”, ha spiegato Savio sul set realizzato nella sede torinese dell’hub SUSTAINERA.
Ho scelto una rappresentazione concreta ma concettuale, per trasmettere visivamente il senso profondo delle 4R.
Still Life così non si limita a interpretare le 4 pratiche di economia circolare, ma ne traduce i principi in un linguaggio visivo accessibile, coinvolgente ma allo stesso tempo fondato su realtà tecniche ben precise. Ciascuna immagine sintetizza un processo industriale attualmente in corso nei centri di rigenerazione, riparazione, riutilizzo e riciclo, mostrando come la transizione ecologica possa assumere forme comprensibili, comunicabili e persino estetiche.
Giocando con il termine Still Life, che si riferisce tanto alla precisa tecnica fotografica utilizzata per realizzare le 4 immagini, quanto al concetto “c’è ancora vita”, Stellantis vuole raccontare come anche quello che ci sembra ormai irrecuperabile possa ancora avere un destino, grazie alle attività di economia circolare che hanno l’obiettivo di prolungare la vita utile di componenti, materiali e veicoli. Il SUSTAINERA pensiero dimostra infatti che la sostenibilità nel settore automotive non è solo una necessità ambientale, come abbiamo ampiamente visto, ma anche un fattore di innovazione industriale e culturale dove anche i componenti auto, se guardati da vicino, possono raccontare storie di trasformazione, efficienza e rinascita.
Il primo scatto è dedicato alla rigenerazione. Qui Roberto Savio ha adottato un approccio tecnico e geometrico utilizzando due tecniche visive: il knolling, che ordina gli oggetti con precisione, e il mirroring, che ne enfatizza la simmetria. L’obiettivo? Mostrare il contrasto tra il componente usurato e quello rigenerato. Questa rappresentazione visiva mostra infatti il percorso di trasformazione: sul lato sinistro, componenti usurati, scuri e sporchi; sul lato opposto destro, le loro controparti completamente rigenerate, pulite, dalle cromature luccicanti e pronte a una nuova vita.
Ho voluto raccontare come pezzi meccanici usurati possano tornare a brillare, invece di essere scartati.
L’immagine riflette una pratica industriale concreta: attraverso la rigenerazione, ripristino alle specifiche OEM (acronimo che sta per Original Equipment Manufacturer, in questo caso si riferisce al costruttore del veicolo), un componente recuperato può tornare a funzionare con le stesse performance e garanzie del nuovo, quindi con benefici economici e ambientali.
Con la seconda immagine, la riparazione è rappresentata come un ritorno in scena. Al centro dell’immagine troviamo infatti un cambio automatico riparato e incorniciato da un drappo dorato, ispirato all’iconografia del ritratto rinascimentale. Il componente meccanico non è quindi trattato solo in base alla sua funzione, ma viene elevato a simbolo. “Volevo evocare l’idea del ritorno in scena, come accade a un componente che torna a funzionare”, spiega ancora Savio. L’opera sottolinea infatti come la riparazione sia tanto una pratica basata sulla tecnica che un gesto di recupero del valore, fatta di cura, precisione e visione di ciò che può ancora servire. È un tributo alla sostenibilità e all’innovazione. Ogni componente riparato porta con sé una storia di tempo e rispetto dei materiali che hanno ancora da dare. Meritando una nuova occasione, un nuovo reveal appunto.
Per la R del riutilizzo, Savio ha scelto di esplorare la dimensione artistica del recupero: ispirata all’action painting, un’auto a fine uso è stata smontata e i suoi componenti sono stati disposti su un piano e trattati come tele pittoriche e dipinti con colori ecologici audaci ed espressivi, per rappresentare un’opera di arte pop automotive, simbolo dell’arte del riutilizzo dei componenti ancora 100% funzionanti recuperati e reimpiegati in altri veicoli. Qui il riuso non è concepito solo come il prolungamento della vita utile di un oggetto, ma anche come trasformazione percettiva: un invito a guardare alle parti dei veicoli a fine ciclo vita con occhi nuovi, non più come scarti ma come componenti che di fatto possono avere una nuova vita come ricambi di seconda mano. Il tutto raccontato con un tecnica in cui “il colore trasforma l’impatto visivo di un’auto a fine vita, suscitando emozioni nuove e positive”, come sottolinea Savio.
Nel quarto e ultimo scatto, il tema del riciclo viene affrontato da Roberto Savio attraverso la creazione di una composizione a spirale ispirata al logo SUSTAINERA, alla sezione aurea e alla Land art. I componenti disposti a spirale evocano infatti il concetto di ciclo continuo tipico del riciclo, in armonia con l’essenza della circolarità dove ogni fine è un nuovo inizio. La fotografia trasmette visivamente l’idea di un processo potenzialmente infinito dove materiali e risorse non si esauriscono, ma si trasformano e si preservano minimizzando gli sprechi, le loro possibilità non finiscono ma rientrano in un nuovo ciclo produttivo, si recuperano e si reinventano ripetutamente, da vettura a vettura, contribuendo a un sistema più sostenibile perché durevole nel tempo.
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