Statement stampati su t-shirt e capi che supportano messaggi politici: anche il modo in cui ci vestiamo può essere uno strumento per manifestare.
Blood less fur, le pellicce ecologiche diventano sempre più trendy
Moda, etica e sostenibilità sono i tre elementi alla base del marchio Blood less fur. Per produrre pellicce nel totale rispetto degli animali e dell’ambiente.
Coniugare le tendenze di moda con la salvaguardia dell’ambiente e la tutela degli animali è possibile. Lo dimostra Blood less fur, un marchio specializzato nella produzione di capi in pellicce finte che presentano caratteristiche simili a quelle tradizionali in vero pelo d’animale.
Con sede nella città di Como, l’azienda nasce dalla creatività della stilista Simona Gervasini che prende spunto per le sue creazioni dagli archivi della rinomata pellicceria di famiglia in cui ha lavorato a fianco alla madre Elsa Oldoini maturando un’esperienza di oltre trent’anni.
Leggi anche: Armani, mai più pellicce animali nelle sue collezioni
Un materiale innovativo
A differenza di altre eco pellicce presenti in commercio, i modelli proposti da Blood less fur si distinguono per la qualità del materiale con cui vengono prodotti, il Kanecaron, una fibra inventata, brevettata e realizzata in Giappone. Tra le caratteristiche che la rendono particolarmente indicata al mondo della pellicceria troviamo la consistenza al tatto simile a quella della pelliccia vera, la malleabilità e la naturale resistenza al fuoco.
Grazie alla morbidezza della fibra che permette al tessuto di plasmarsi facilmente a qualsiasi taglio o stile si ha la possibilità di realizzare modelli vaporosi e rasati ricreando l’effetto naturale tipico delle pellicce in visone, castoro e swakara.
Leggi anche: Pellicce di visone, Essere Animali dice no all’apertura di un nuovo allevamento
La nuova collezione Blood less fur
Presentata all’interno dell’esposizione White Milano durante la settimana della moda milanese tenutasi dal 22 al 28 febbraio, la collezione inverno 2017/2018 è costituita da una dozzina di modelli contraddistinti da insolite combinazioni di colore: si va dall’arancio al cobalto, dal viola alle tonalità del beige per finire con il total black e i maculati nelle versioni del leopardo delle nevi e del leopardo nebuloso.
Frutto di un design moderno coniugato all’arte manifatturiera della tradizione italiana, le pellicce ecologiche Blood less fur si rivolgono a un pubblico di appassionati che sono sensibili alle questioni etiche e ambientali ma che non intendono rinunciare allo stile, all’eleganza e alle tendenze di moda del momento.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Le aziende sono spesso goffe nel comunicare battaglie che non appartengono realmente al loro operato. Ecco le insidie del purplewashing.
Se dovesse arrivare l’ok del Senato in Francia passerà un disegno di legge che vieta la discriminazione sul posto di lavoro per i capelli afro.
È la domanda che ci ponete più spesso. Abbiamo provato a dare alcune risposte e a dare delle buone ragioni per investire in brand etici.
La nostra selezione periodica di marchi responsabili nei confronti dell’ambiente e dei lavoratori.
Se dovesse arrivare l’ok del Senato in Francia passerà un disegno di legge che prevede una tassa per i produttori di abbigliamento fast fashion.
Trovare nuove soluzioni sostenibili è un imperativo tanto per i piccoli brand della moda quanto per le holding del lusso: ecco come nascono le innovazioni.
Le borse intrecciate a mano di Palorosa sono l’espressione della cultura indigena guatemalteca, ma anche oggetti di design dalla filiera etica.
Con la seta si fanno abiti da sera, ma anche imbottirure e protesi e produrla ha un basso impatto ambientale. Ecco come distinguere quella cruelty free.