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Scopri cosa significa metamedicina e quali mezzi utilizza per prevenire, guarire e alleviare le malattie; come interviene in un processo di guarigione?
Il termine metamedicina è formato dal prefisso greco meta, che significa al di là, e dal sostantivo medicina, che significa l’insieme dei mezzi messi in atto per prevenire, guarire e alleviare le malattie. La metamedicina va al di là della semplice cancellazione del dolore o della scomparsa dei sintomi, incentrandosi sulla ricerca del fattore responsabile dei disturbi.
In metamedicina, il dolore, il malessere o l’affezione sono considerati segni precursori dell’incrinarsi dell’armonia in una parte dell’organismo, e far scomparire questi segnali senza ricercare l’informazione di cui sono forieri sarebbe come disinserire l’allarme antifumo dopo che ha rilevato un focolaio d’incendio. Ignorando l’allarme, rischiamo di trovarci nel bel mezzo delle fiamme, ed è precisamente quanto fanno coloro che inghiottono una medicina senza cercare di capire quale sia l’origine del segnale. Questo non implica automaticamente che sia necessario rifiutare una medicina che potrebbe darci sollievo: significa invece non limitarsi a voler cancellare il dolore o a voler far scomparire i sintomi, ma voler eliminare anche ciò che ha potuto originarli.
La metamedicina aiuta a ricostruire la storia di un disturbo, di una malattia o di un mal-essere profondo risalendo per quanto possibile alla comparsa dei primi sintomi; a questo scopo si usano le chiavi che orientano il “colloquio pertinente”, necessario per scoprire la o le cause del male. Quale “colloquio pertinente” avrebbe potuto mettere in atto la guaritrice se fosse stata al corrente della metamedicina? Servendosi della simbologia del corpo e delle sue manifestazioni, avrebbe saputo che, giacché il disturbo mi colpiva gli occhi, la causa aveva a che fare con qualcosa che vedevo; inoltre avevo continue infezioni e spesso le infezioni sono collegate alla collera che fermenta dentro di noi; di conseguenza mi avrebbe chiesto se c’era qualcosa che vedevo e che mi mandava in collera.
Era proprio questo il mio caso: verso l’età di undici anni, assistevo continuamente a scene di violenza in famiglia, e quando vedevo mia sorella con il sangue al naso per ore perché era stata picchiata, provavo una collera furibonda nei confronti di mio fratello che esprimeva la propria sofferenza attraverso la violenza. E tuttavia avevo troppa paura di lui per osare dire anche solo una parola: la collera nel vedere quelle scene si manifestava dunque attraverso gli orzaioli, e la mia impotenza nell’esprimerla si traduceva in tonsilliti, faringiti, laringiti.
Non appena quel fratello si allontanò dalla famiglia, quando avevo quindici anni, tutto cessò. In un primo tempo, la guaritrice avrebbe potuto dunque farmi prendere coscienza di questa collera che ribolliva in me e, in una seconda fase, avrebbe potuto aiutarmi a liberarmene facendomi capire quale fosse la ragione del comportamento aggressivo di mio fratello: non era forse stato picchiato anche lui? Non portava forse in sé una grande sofferenza, che esprimeva attraverso la violenza perché si sentiva incapace di liberare le lacrime? In tal modo, invece di giudicare mio fratello, avrei potuto comprenderlo… Chissà?! Se si fosse sentito compreso e amato, forse questo l’avrebbe aiutato, e avrebbe aiutato anche noi…
È notevole come l’aiuto che si può dare a una persona tramite la metamedicina spesso finisca per avere ricadute positive sulle persone che la circondano. Non bisogna però credere che la metamedicina sia un approccio semplicistico, anzi: non si limita a una causa che produce un effetto, perché un sintomo, un dolore o una malattia possono risultare da un insieme di fattori riuniti.
Non bisogna neppur credere che la guarigione si presenti non appena si conosce la causa; in alcuni casi la guarigione è effettivamente rapidissima, ma in altri è il risultato di un processo di trasformazione graduale.
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