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Dopo la prima ciclabile umana a Milano, si moltiplicano i flash mob in tutta Italia. Da Torino a Cagliari, in strada per chiedere città a misura di persona.
La ciclabile umana arriva nelle ore di punta e si forma per strada, in mezzo al traffico, grazie ai corpi e alle biciclette degli attivisti e delle attiviste che si dispongono in fila indiana lungo la linea di una ciclabile, andando così a creare una barriera per proteggere fisicamente chi passa pedalando. Numerosi i flash mob che si svolgono oggi in molte città italiane, da Torino a Napoli. Ci si dà appuntamento nei punti critici, lungo le ciclabili meno sicure, quelle che vengono troppo spesso utilizzate come parcheggio (magari in seconda fila) da chi guida mezzi a motore che qui si ferma, scarica, carica, sosta. Un minuto o un’ora non fanno la differenza per chi deve schivare e superare l’ingombro, rischiando la vita.
Viste le adesioni, non è breve la lista delle ciclabili invisibili nei centri urbani. A Milano oggi circa trecento persone si sono date appuntamento in via Galvani (angolo via Melchiorre Gioia), a Roma lungo la via Tuscolana, a Torino su Largo Vittorio Emanuele II, solo per citarne alcune. In questi punti “sensibili” avvengono i flash mob che durano un’ora e mezza circa, radunando chi sta andando al lavoro o a scuola. Centinaia di persone di diverse età vogliono dimostrare quanto sia già diffuso l’uso della bici e dei mezzi sostenibili, ribadendo che questo numero potrebbe crescere se le strade fossero più sicure.
Il primo flash mob è avvenuto il 10 novembre 2023 a Milano, accompagnato dall’hashtag #ProteggiMI. L’esperienza meneghina è stata poi ripresa con successo a Roma, Genova e Lecce. Ora importanti segnali arrivano da altre città che rilanciano l’iniziativa. A Bologna la mobilitazione è avvenuta venerdì 21 gennaio, mentre oggi troviamo ciclabili umane a Firenze, Milano, Roma, Treviso, Cagliari, Napoli. Centinaia i partecipanti tra associazioni ambientaliste, gruppi informali, singoli cittadini, famiglie che rivendicano il rispetto e la sicurezza sulle strade a beneficio di tutta la collettività, chiedendo più infrastrutture per la ciclabilità e una campagna di sensibilizzazione per disincentivare l’uso dell’auto privata.
In questa seconda cordata di ciclabili umane arriva anche Torino, con la partecipazione di circa duecento persone che non si sono fatte scoraggiare dalla pioggia e dal cielo grigio. Partecipano associazioni e gruppi attivi sul territorio come la Fiab locale, Legambiente, Fridays for future accanto alle consulte degli studenti e agli Urban roller Torino.
Torino vanta tristi primati: l’aria più inquinata d’Italia e il numero di auto per mille abitanti tra i più alti in Italia, nonché il doppio di quello medio europeo. “Nonostante questo”, ribadiscono gli organizzatori, “pedalare e muoversi con mezzi a basso impatto ambientale, che dovrebbero essere valorizzati, premiati e sostenuti, continua a essere pericoloso, soprattutto in quelle strade dove non ci sono ancora piste ciclabili separate dai veicoli a motore”.
Sottolineano inoltre che “le strade sono di tutte e tutti: dovrebbe essere sicuro e rispettato chi usa la bicicletta e gli altri mezzi sostenibili anche in assenza di infrastrutture”. Così ricordano che circa un mese fa il consiglio comunale torinese ha approvato una mozione per ridurre a 30 km/h la velocità sulle strade senza diritto di precedenza, senza però definire tempi e progetti certi per vedere realizzata la mozione. La ciclabile umana è pensata come un’azione pacifica rivolta anche ai più piccoli e a chi si muove a piedi, perché “una città a misura di persona, con meno auto, è una città più sicura per tutti. È meno inquinata, più sana e più bella”.
L’ultimo appuntamento della giornata si svolge a Napoli, dove si lancia una nuova iniziativa, una sorta di variazione sul tema: le strisce pedonali umane.
Il ritrovo è fissato per le ore 18.30 in Galleria Principe. Con l’hashtag #Napolicittà30Subito le associazioni cicloambientaliste chiedono al Comune di proteggere chi ogni giorno si muove a piedi o pedala, sollevando l’attenzione sulla pericolosa inciviltà di chi abusa della strada mettendo in pericolo l’utenza fragile. “Staremo nei pressi degli attraversamenti pedonali”, spiegano gli organizzatori, “e quando un pedone dovrà attraversare ci disporremo in una fila indiana a ridosso della strisce per proteggerlo e aiutarlo”.
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