Istituzioni, ong, scienziati, personalità legate alla lotta ai cambiamenti climatici. Tutte le razioni a una Cop27 che ha diviso nel giudizio sui risultati
La ventisettesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, la Cop27 che si è tenuta a Sharm el-Sheikh dal 6 al 20 novembre, è stata un successo o un fallimento? O più semplicemente un summit fatto di luci e ombre? Gli avanzamenti che sono stati effettuati sul fronte della giustizia climatica, con la decisione di creare un fondo per indennizzare le nazioni più povere della terra è più vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici sulle perdite e danni (loss and damage) patiti, rappresentano un passo sufficiente per uscire soddisfatti dal summit? O il fatto che sul fronte della mitigazione, ovvero dell’abbattimento delle emissioni di gas ad effetto serra, non ci sia stato alcun avanzamento, rende sostanzialmente inutili i passi avanti effettuati sul fronte finanziario?
Un successo sul loss and damage, un fallimento sulla mitigazione dei cambiamenti climatici
Da quando la presidenza egiziana ha decretato la fine della conferenza, istituzioni, organizzazioni non governative, esperti di tutto il mondo si sono mostrati divisi. Nella maggior parte dei casi, hanno sottolineato il sapore agrodolce dei risultati finali della Cop. Dopo anni di richieste, infatti, le nazioni più in difficoltà, e meno responsabili dei cambiamenti climatici, hanno finalmente ottenuto una promessa. Questa, tuttavia, rimane tale, almeno per ora. Non è noto, infatti, in che modo funzionerà il nuovo fondo: chi lo alimenterà, in che modo, quali i paesi potranno attingervi e a quali condizioni. In molti, inoltre, hanno ricordato che già nel lontano 2009, alla Cop15 di Copenhagen, gli stati più ricchi della terra avevano promesso l’erogazione di 100 miliardi di dollari all’anno a favore di quelli più poveri per consentire loro di adattarsi agli impatti del riscaldamento globale. Ma quella cifra, 13 anni dopo, non è mai stata stanziata per intero.
Era però anche facilmente immaginabile, se non inevitabile, che è una conferenza ospitata da una nazione africana ponesse l’accento proprio sulla questione delle perdite e danni. E, anche considerando il fatto che il denaro stanziato per il loss and damage è sostanzialmente a fondo perduto, il solo fatto di aver stabilito un principio che porterà alla creazione di un fondo ad hoc rappresenta un passaggio storico. Sapendo però che se la temperatura media globale continuerà ad aumentare, non avremo mai a disposizione abbastanza denaro per far fronte a tutte le perdite e a tutti i danni che ciò provocherà.
Abbiamo raccolto una selezione di commenti ai risultati della Cop27, utili per comprendere i diversi punti di vista che sono stati espressi nelle ore successive alla chiusura della conferenza.
Le reazioni delle istituzioni ai risultati della Cop27
Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, alla Cop27 è stato effettuato un grande passo in avanti sulla giustizia climatica. Il diplomatico portoghese ha tuttavia sottolineato che “chiaramente questo non basta”, anche se “si tratta di un segnale politico necessario per ristabilire la fiducia (tra Nord e Sud del mondo, ndr)”. Parlando alla stampa internazionale, lo stesso Guterres ha anche sottolineato, tuttavia, che sul fronte dell’abbattimento delle emissioni di gas ad effetto serra “questa Cop non ha dato risposte”.
#COP27 has taken an important step towards justice.
I welcome the decision to establish a loss and damage fund and to operationalize it in the coming period.
Clearly this will not be enough, but it is a much-needed political signal to rebuild broken trust. pic.twitter.com/5yhg5tKXtJ
Di particolare interesse è l’opinione di Hon Seve Paeniu, ministro e parlamentare di Tuvalu, nazione che rischia di scomparire a causa della risalita del livello dei mari. “Non abbiamo risposto in modo sufficiente e ciò arreso quella di Sharm el-Sheikh un’opportunità mancata per un reale successo”, ha spiegato. Nonostante la sua sia certamente una delle nazioni che potrebbe beneficiare del fondo per il loss and damage. D’altra parte: quali danni e perdite potrebbero mai essere indennizzati se nel caso della nazione insulare il “danno” sarà la scomparsa?
"We haven't responded sufficiently…it has made Sharm El Sheikh a missed opportunity for a truly successful #COP27."
— Fossil Fuel Non-Proliferation Treaty Initiative (@fossiltreaty) November 20, 2022
Di tutt’altro tenore il commento pubblicato da Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica italiano, secondo il quale “l’approvazione finale del pacchetto alla Cop27 rappresenta un passo positivo nelle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. E l’Italia ha fornito un rilevante contributo, partecipando al massimo livello”.
📌 #COP27 L'approvazione finale del pacchetto a @COP27P rappresenta un passo positivo nelle politiche di contrasto al cambiamento climatico. E L’Italia ha fornito un rilevante contributo, partecipando al massimo livello.
Il fatto che dalla conferenza si sia usciti con luci e ombre è stato quindi evidenziato da Alok Sharma, presidente alla ventiseiesima Conferenza mondiale (Cop26) che si era tenuta a Glasgow, in Scozia nel 2021. Il politico britannico a sottolineato lo storico risultato sul loss and damage e il fatto che non sia stato eliminato l’obiettivo di limitare la crescita della temperatura media globale ad 1,5 gradi centigradi di qui alla fine del secolo, rispetto ai livelli pre industriali (cosa che era stata tuttavia paventata). Ma ha anche evidenziato la “mancanza di ambizione sul carbone e sulle fonti fossili”.
#COP27 & my time as COP President is over #COP27 sum-up:
✔️ Historic outcome on loss & damage ✔️ Huge fight to protect 1.5C – ultimately did so ❗️ Lack of ambition on coal & fossil fuels 🌍 1.5C remains on life-support
Anche le reazioni delle organizzazioni non governative hanno spesso sottolineato la natura ambivalente dei risultati finali della Cop. L’americana 350.org, ad esempio, si è espressa con queste parole: “Grazie alla spinta dal basso il loss and damage è nel testo finale! Tuttavia, È stata mantenuta aperta la strada per un ulteriore incremento dello sfruttamento delle fonti fossili e un aumento degli impatti climatici”.
ICYMI: COP27 *finally* ended — this was our response…
Thanks to people power at #COP27 & beyond #LossAndDamage 💸 is in the final text! However, the outcome paves the way for continued expansion of fossil fuels & increased climate impacts. Read more.⤵️https://t.co/QuERZIjCXl
Dello stesso avviso Greenpeace, secondo la quale “lo storico accordo sul fondo per loss and damage è importante, ma ancora non ci sono progressi significativi sull’uscita dei combustibili fossili”.
The historic agreement for Loss and Damage fund is important, but still no major progress on phasing out fossil fuels has been made. #COP27 👇 https://t.co/8adtOP2cym
L’italiana Legambiente ha parlato di “Cop27 salvata ai tempi supplementari”. Sottolineando la bontà dell’accordo sulle perdite e danni, ma ribadendo che l’Europa e anche l’Italia non hanno più alcun alibi: “Occorre accelerare la giusta transizione verso un futuro 100% rinnovabile in linea con l’obiettivo degli 1,5 gradi”.
#COP27 salvata ai tempi supplementari. Bene l’accordo per istituire il Fondo Loss and Damage. Ora però nessun alibi per Europa e Italia: occorre accelerare la giusta #transizione verso un futuro 100% #rinnovabile in linea con l’obiettivo di 1.5°C. Leggi il nostro commento⬇️ https://t.co/tDgVkIB5pP
Più negativo il commento del Wwf Italia, secondo il quale il fondo per il loss and damage “rischia di diventare un fondo per la fine del mondo se si continueranno a non affrontare i veri nodi della crisi climatica”.
Secondo Jennifer Morgan, a lungo presidente di Greenpeace e oggi inviata speciale sul clima della Germania, “c’è una spinta verso le energie rinnovabili nel testo e il fondo per il loss and damage è un passo avanti verso la giustizia climatica”. Ma ciò “non è abbastanza!”.
It’s the last day of #COP27 & negotiations are finished. We stood the line against a fossil rollback – but it’s not enough! There was a drive towards renewable energy, in the text & through partnerships. The #LossAndDamage fund is a step towards climate justice. @climatemorganpic.twitter.com/zgnMkO1b6z
Decisamente più pessimista l’analisi di Naomi Klein, che si è concentrata in questo caso soprattutto sulla questione dei diritti umani. Facendo riferimento in particolare alla vicenda dell’attivista Alaa Abdel Fattah, da tempo in carcere e che ha anche avviato uno sciopero della fame. La giornalista e scrittrice canadese ha ricordato le “centinaia di egiziani arrestati”, “le migliaia di delegati sorvegliati da spyware” e “un accordo debole sul clima che protegge chi inquina”.
#COP27 recap : 🧵 ❌Alaa still behind bars no consular visit. ❌Hundreds of Egyptians arrested in a nationwide crackdown. ❌Thousands of delegates surveilled and infected w/spyware ❌Weak climate agreement that protects polluters. ❌Billions in new $$ to Egypt's police state.
— Naomi Klein "#COP27 Egypt Unsilenced" (@NaomiAKlein) November 21, 2022
Similmente, ma concentrandosi di più sui risultati legati al clima, Laurence Tubiana, che nel 2015 partecipò attivamente alla stesura dell’Accordo di Parigi per conto del governo della Francia, a spiegato: “La Cop27 ha provocato profonda frustrazione, ma non è stata inutile. È stato raggiunto un significativo risultato per le nazioni più vulnerabili”.
This #COP27 caused deep frustrations, but it wasn’t for nothing. It achieved a significant breakthrough for the most vulnerable countries.
COP27 was always the "Loss & Damage COP" and parties dug deep to deliver.
Secondo l’attivista svedese Greta Thunberg, infine, “senza alcun impegno vincolante per ridurre in modo rapido e immediato le emissioni di gas ad effetto serra, il mondo non avrà alcuna possibilità di raggiungere un obiettivo degli 1,5 gradi, minimizzando i rischi di intaccare le infrastrutture vitali da cui tutti dipendiamo. In questo modo si mettono in pericolo innumerevoli vite umane”.
Without any binding commitments to rapidly and immediately reduce greenhouse gases, the world stands no chance to deliver on the 1,5°C limit, and by doing so minimising risks of uprooting the life supporting systems we all depend on and endangering countless human lives.#COP27
Dei risultati della Cop27, dunque, si continuerà a parlare a lungo. Ciò che è certo è che sul fondo per le perdite e danni occorrerà tenere alta l’attenzione affinché la discussione sulla sua governance non diventi interminabile. Allo stesso modo, sulla mitigazione dei cambiamenti climatici occorrerà tornare ad accelerare. Cosa che, di fatto, non si fa – se non in misura limitata e insufficiente – ormai dalla Cop21 del 2015.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.