Passo indietro di Baku: aggiunte 12 donne al comitato organizzativo della Cop29

Dopo le critiche, il presidente Aliyev espande il comitato organizzativo di Cop29 a 42 elementi, includendo 12 donne. Le donne sono storicamente sottorappresentate nei principali vertici sul clima.

Ultimo aggiornamento delle ore 12:00 del 23 gennaio 2024

Dopo le critiche del mondo dell’attivismo, ma anche da parte di personalità come Christiana Figueres, che ricopriva la figura di segretaria esecutiva della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici all’epoca dell’Accordo di Parigi, il presidente dell’Azerbaiagian Ilham Aliyev ha aggiunto 12 donne al comitato organizzativo di Cop29, la 29esima conferenza sul clima delle Nazioni Unite che si terrà a Baku. Tra loro figurano Umayra Taghiyeva, viceministra dell’ecologia e delle risorse naturali, la commissaria per i diritti umani Sabina Aliyeva. Oltre alle 12 figure femminili, è stato aggiunto un altro uomo, per un totale di 29. Un passo avanti, ma sempre lontano da una rappresentanza paritaria.

Non solo presiedere la Cop29 di Baku sarà Mukhtar Babayev, l’attuale ministro dell’Ambiente e delle Risorse naturali dell’Azerbaigian ed ex alto dirigente della compagnia petrolifera nazionale Socar, ma il primo elenco contenente la formazione del comitato organizzativo diffuso dal presidente Aliyev ha suscitato grande opposizione. Si parlava, infatti, di 28 uomini, e nessuna donna. La scelta è stata definita retrograda da diversi gruppi di attiviste.

La notizia è a due mesi dalla fine del vertice Cop28 di Dubai dove, al contrario della prossima conferenza, il 63 per cento dei membri del comitato organizzatore del vertice sul clima era costituito donne – anche se questo non ha risparmiato l’organizzazione di essere accusata di pinkwashing, quindi di utilizzare le donne per ripulire l’immagine del vertice, anche perché solo l’11,3 per cento dei leader mondiali presenti era donna.

Quasi tutti i membri del comitato della Cop29 sono ministri o funzionari del governo, compreso il capo del servizio di sicurezza statale, nonché il capo della rete statale di distribuzione del gas.

Le condanne degli attivisti

In una dichiarazione l’organizzazione She changes climate ha affermato che: “Questo [comitato] è un passo indietro nel cammino verso la parità di genere nel clima; ma c’è ancora tempo per cambiare. Chiediamo una rappresentanza paritaria nella governance dei colloqui sul clima di quest’anno, perché il cambiamento climatico riguarda tutto il mondo, non la metà”.

Anche il Women and gender constituency, osservatore ufficiale della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), ha espresso grande preoccupazione sulla mancata rappresentazione femminile nel comitato organizzativo di Cop29.

I dati dimostrano che le donne non partecipano pienamente e in modo paritario ai negoziati sul cambiamento climatico e al processo decisionale, anche se il cambiamento climatico è una questione profondamente legata a quella di genere.

Anche altri gruppi si sono espressi contro la decisione. “Il mondo è in fiamme, il nostro clima è in crisi, le donne sono colpite in modo sproporzionato. Allora qual è l’idea rivoluzionaria del comitato della Cop29 per salvare il pianeta? Escludere le donne dal processo decisionale naturalmente!”, ha riportato il britannico Partito per l’uguaglianza delle donne su X.

Il comitato della Cop29 è responsabile della preparazione e dell’attuazione del Piano d’azione che regola l’organizzazione e lo svolgimento del vertice. È il secondo anno consecutivo che il vertice chiave delle Nazioni Unite sul clima sarà non solo ospitato da uno Stato petrolifero – l’Azerbaigian dipende fortemente dai combustibili fossili ed è la più antica regione produttrice di petrolio al mondo – ma anche presieduto da una figura legata all’industria petrolifera: prima Sultan Ahmed al-Jaber, e ora Mukhtar Babayev.

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