
Ha dato il via ai concerti ad alta quota ben 28 anni fa distinguendosi sin dall’inizio per il rispetto delle terre alte. Sancito anche da un manifesto.
Damon Albarn, da tempo legato alla musica del Mali, ha ricevuto il riconoscimento ufficiale durante la sua ultima visita nel paese in stato di emergenza.
Nel corso della sua ultima visita in Mali, Damon Albarn è stato insignito dell’onorificenza di “Re locale” per il suo sostegno alla musica e agli artisti del paese africano. A fine gennaio il cantante dei Blur e dei Gorillaz ha ricevuto il riconoscimento dai griot, depositari della tradizione orale, storica e musicale del Mali, che lo hanno ribattezzato col nome Makandjan Kamissoko. Ad Albarn è stata anche dedicata un’aula nella scuola di musica e ballo di Kirina, pochi chilometri a sud dalla capitale Bamako.
La BBC riporta che il titolo gli è stato conferito per le sue le visite regolari e per lo stretto legame con i musicisti maliani. Con loro, Damon Albarn ha pubblicato due album: Mali Music nel 2002 e Maison Des Jeunes nel 2013. Makandjan Kamissoko è stato “incoronato” durante il suo coinvolgimento nel festival Acoustik, organizzato dal maestro Toumani Diabaté. Il festival avrebbe dovuto accogliere 20mila persone nei concerti all’aperto a Ségou ma, dopo l’attacco terroristico all’hotel Radisson Blu dello scorso novembre e a causa dello stato di emergenza del paese, ha presentato solo alcune performance al chiuso nella capitale.
Gli attentati e le minacce degli estremisti islamici stanno mettendo a dura prova l’economia della regione e la sopravvivenza della tradizione musicale maliana. Intervistato dal mensile Mojo, Damon Albarn ha detto: “Se non diamo loro le entrate attraverso il turismo e non manteniamo aperto un dialogo, le cose qui potrebbero diventare orribili, finire e non tornare più in vita”. Ha poi aggiunto di aver trascorso ogni notte in piccoli bar e locali di musica quando visitò il Mali per la prima volta, 15 anni fa. “Di quelli ora non c’è più traccia. Tutti i flussi si sono prosciugati. Questa cultura ha bisogno di acqua”.
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