L’Australia e il carbone, verso la chiusura di un’enorme centrale entro il 2035
La centrale a carbone Loy Yang A, in Australia, chiuderà prima del previsto. È responsabile del 3% di tutte le emissioni di gas serra della nazione.
La centrale a carbone Loy Yang A, in Australia, chiuderà prima del previsto. È responsabile del 3% di tutte le emissioni di gas serra della nazione.
Si è fermata la fuga di gas naturale verificatasi nei gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 nel mar Baltico. L’ipotesi è che si tratti di sabotaggio.
In Europa si fa strada l’idea del disaccoppiamento tra i prezzi di elettricità e gas, con lo stravolgimento degli equilibri geopolitici e la scarsa sicurezza nell’approvvigionamento di energia. L’Italia ha fatto il primo passo.
Da maggio ad agosto 2022, l’Ue ha prodotto il 12% della sua elettricità da solare. Un record che ha evitato l’importazione di 20 miliardi di mc di gas.
È Hornsea 2 e dà energia a milioni di persone. La notizia arriva mentre a Londra si insedia Liz Truss, premier poco interessata alla transizione energetica.
Il Mite ha presentato un piano per evitare il consumo di 5,3 miliardi di metri cubi di gas nel prossimo inverno: bruciando più carbone.
Greenpeace, Scientists rebellion ed Extinction rebellion irrompono a Gastech con un messaggio ben chiaro: il gas naturale non è una soluzione.
Due giorni dopo lo stop, forse definitivo, al flusso di gas dalla Russia, la Germania corre ai ripari con un piano da 65 miliardi per imprese e cittadini.
Sempre più sussidi per le fossili secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, ma le rinnovabili sono l’unica soluzione per aiutare i consumatori.
Nel mar Baltico nascerà un parco eolico offshore. La cooperazione tra Germania e Danimarca dà seguito all’impegno europeo di rendersi autonomi dal gas russo.