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Calura, distrazioni, stanchezza. L’esodo estivo in auto nasconde molte insidie. Gli Adas, Advanced driver-assistance systems, possono aiutarci a prevenire o ridurre gli incidenti. Cosa sono e come usarli.
L’incidentalità stradale, specie nei lunghi e caldi esodi estivi, rappresenta un problema che ogni anno tocca picchi negativi proprio in occasione dei viaggi per le vacanze. Un problema di enormi dimensioni anche a livello mondiale. A dirlo l’annuale Global status report on road safety redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo il quale si stima che sulle strade di tutto il mondo – 178 i paesi analizzati – muoiano ogni anno un milione e trecento mila persone; fra i venti e i cinquanta milioni il numero di feriti. Cifre impressionanti. A cui si aggiunge che le vittime sono soprattutto i giovani fra i 15 e i 29 anni.
Sempre secondo il report redatto dall’OMS, i principali fattori di rischio sulla strada sono tutti legati ai comportamenti alla guida, con esempi poco virtuosi soprattutto nei mesi estivi, quando i lunghi viaggi, la stanchezza e il caldo possono indurre a comportamenti molto rischiosi. Ecco i principali.
Quando si parla di sicurezza in auto, si parla in sintesi di due classi di sistemi: sistemi di sicurezza passiva (le cinture di sicurezza, i poggiatesta, gli airbag), ossia che limitano il più possibile le conseguenze di un incidente, che rendono meno gravi i danni; sistemi di sicurezza attiva o Adas, Advanced driver-assistance systems (dispositivi, sistemi o apparati come telecamere, sensori, radar…), ossia che hanno la possibilità di evitare che l’incidente si verifichi, o di prevenire o ridurre fortemente i rischi connessi, specie nei confronti degli utenti più vulnerabili come pedoni, ciclisti e motociclisti.
L’OMS stima che, in assenza di interventi, ci sarà un’ulteriore crescita degli incidenti stradali, destinati a diventare la settima causa di morte in assoluto entro il 2030. Oltre agli Adas, anche la guida autonoma potrebbe essere una soluzione per risolvere radicalmente il problema della sicurezza stradale, eliminando il principale problema, l’uomo e le sue distrazioni. Ma per questo, serve ancora un po’ di tempo.
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