Un suv essenziale, leggero, ibrido e accessibile: l’esempio di Bigster

Cresciuto in lunghezza (ma in 2 ci si può anche dormire), semplice, efficiente e leggero. Con Bigster Dacia rilancia l’ibrido accessibile. La nostra prova.

Del marchio Dacia vi avevamo parlato tempo fa in occasione del lancio dell’elettrica Spring. Fondato in Romania nel 1966 e dal 1999 parte del gruppo Renault, con la Bigster oggi prosegue la sua transizione elettrificata con un modello questa volta full hybrid, di dimensioni maggiori certo (giustificate questa volta, volendo a bordo ci si può anche dormire…) ma confermando quell’approccio che il mercato ha già mostrato di apprezzare molto: accessibilità (il listino parte da 29.300 euro per la versione full hybrid che vi raccontiamo a breve, 24.800 per la mild hybrid 48 V), leggerezza (pesa meno di molte avversarie), efficienza ed essenzialità.

E per chi ama l’outdoor, come anticipato a bordo di Dacia Bigster ci si può persino dormire: non abbiamo sperimentato personalmente ma l’opzione (si chiama Pack sleep) permette, una volta montata, di trasformare l’abitacolo in un letto adatto a 2 persone, a cui è possibile aggiungere anche una tenda da agganciare al portellone posteriore. Ma vediamo intanto un ritratto sintetico di Dacia Bigster.

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L’ibrida Bigster©Dacia

Perché la Dacia Bigster è un buon esempio di value-for-money

Ecco gli ingredienti principali (molti in comune con i modelli Renault e-Tech): un motore benzina 4 cilindri 1.8 litri da 107 cavalli accoppiato a un cambio automatico, 2 motori elettrici (uno da 50 cavalli che contribuisce alla trazione e uno starter/generatore), una piccola batteria da 1,4 kWh e 280 V (garantita 8 anni o 160mila chilometri) che, come nel caso ti tutti i modelli full hybrid non ha bisogno di essere collegata alla spina per essere ricaricata perché la ricarica avviene durante la guida utilizzando l’energia che si produce durante la frenata, le discese e la normale decelerazione. In listino anche versioni mild hybrid 48 V e 4×4, ma niente versioni plug-in, peccato. Nota di colore: Bigster in questa versione hybrid 155 è anche la Dacia più potente mai costruita.

Il motore elettrico permette sì di guidare in modalità totalmente elettrica, in città si arriva anche all’80 per cento del tempo, anche se non c’è una vera autonomia a “zero emissioni”. Sulla dacia Bigster è più frequente che il motore elettrico fornisca energia supplementare al motore termico, questo sì è sempre avvertibile nella guida (dove aumentano fluidità e accelerazione, entrambe molto buone). In definitiva ci sono 3 modalità di guida possibili: elettrica, elettrica più termica, solo termica, come sulla stragrande maggioranza delle auto full hybrid. La potenza a pieno a carico potrebbe non essere quella “ideale”, ma il mix fra comfort e prestazioni è ben equilibrato.

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L’ibrida Bigster©Dacia

Emissioni, consumi (reali) e il fattore risparmio

Prima di entrare nel merito degli interni, della praticità (molta), delle finiture (essenziali ma funzionali, con i divertenti accessori aggiuntivi che si possono “agganciare” a diverse parti dell’abitacolo: porta tablet, borse, supporto per smartphone, appendiabiti e persino una lampada portatile). O del generoso spazio interno (il nome con quel “big” anteposto a Duster – altro modello del marchio – ammicca proprio a questa caratteristica), un paio di dati interessanti. Dacia per questo modello dichiara “fino al 40 per cento di risparmio sui consumi di carburante e di riduzione delle emissioni di CO2 rispetto a un motore a benzina equivalente”; nel dettaglio le emissioni di CO2 dichiarate sono di 122-124 g/km, qui c’è chi fa meglio a dire il vero… Mentre sono molto contenuti i consumi reali che, viaggiando nel traffico e sfruttando la modalità Eco mode possono superare anche i 25 km/l.

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Si chiama Pack sleep l’opzione che permette di trasformare l’abitacolo in un letto per due©Dacia

Bigster: è vero, cresce. Ma resta essenziale

E va bene, sul dilagante “gigantismo” dell’auto ci siamo espressi (negativamente) più volte. E certo Bigster non si sottrae alla questione, anche se con i suoi 4 metri e 57 di lunghezza occupa ancora uno spazio ragionevole anche se vivete in città. Certo, parliamo di un Suv, un “C-Suv” come vuole la segmentazione ufficiale del mercato auto; fra le prime alternative che ci vengono in mente, la Skoda Kodiaq.

In equilibrio fra praticità e nuovi lussi

Bigster, lo abbiamo detto, punta tutto su spazio e praticità, sempre essenziale come vuole la logica Dacia ma con qualche concessione in più al comfort: display centrale touchscreen da 10,1 pollici, migliore isolamento acustico, climatizzazione bi-zona, tetto panoramico apribile, sedile del conducente regolabile elettricamente, nuovi “lussi” scontati per altri ma non per un marchio che ha sempre puntato molto sull’essenziale. Volendo c’è persino un vano refrigerato sotto il bracciolo (questo sì un “lusso” per una Dacia), il portellone elettrico o il caricabatterie a induzione per lo smartphone. Certo, la plastica abbonda, ma in parte è mitigata dal design divertente e fresco e giustificata dall’accessibilità economica.

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L’ibrida Bigster©Dacia

Economia circolare: il 20 per cento dei materiali platici è riciclato

Il citato “gigantismo” dell’auto ha anche qualche risvolto positivo: nel caso di Bigster si traduce in un maggiore volume di carico (anche se la versione ibrida perde un po’ di spazio a causa della presenza della batteria), interni spaziosi e flessibili per chi carica spesso oggetti ingombranti, insomma “la massima espressione di tutti i valori Dacia, di cui è ora l’ammiraglia” cita una nota.

Di quali valori parliamo? Al netto del design, che come sempre lasciamo commentare a voi, ci sono aspetti “materici” come l’utilizzo di plastiche composite che integrano fino al 20 per cento di polipropilene riciclato, utilizzate per le protezioni sulle fiancate, passaruota e nella parte inferiore dei paraurti, parti esposte più frequentemente a urti e graffi. Nel complesso Dacia dichiara che questo modello “contiene circa il 20 per cento” di materiali plastici riciclati, un discreto esempio di economia circolare.

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L’ibrida Bigster©Dacia

Interni: l’essenzialità che ti aspetti

Torniamo a bordo di Bigster. Il design interno è molto simile a quello della Duster, ossia semplice, geometrico, funzionale insomma. La strumentazione per chi guida è digitale, con dimensioni diverse a seconda degli allestimenti, il sistema multimediale si gestisce con facilità dallo schermo centrale touchscreen (anche se ci sono sistemi più reattivi…). I tessuti hanno un’aria resistente, se siete pet lover scegliete la versione Extreme che utilizza materiali più facili da pulire, come il pratico tappetino di gomma del bagagliaio.

“Con Bigster offriamo l’essenziale degli equipaggiamenti che i clienti si aspettano da questo segmento, mentre il lavoro compiuto su acustica, abitabilità e comfort renderanno i lunghi viaggi in famiglia semplici e piacevoli” cita una nota. In effetti, nel nostro seppur breve test drive il comfort è parso buono, lo spazio utile per 5 persone, la praticità notevole.

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