Etiopia, 200 persone uccise al confine con il Sud Sudan

Le forze armate etiopi hanno lanciato una controffensiva per cercare di liberare oltre un centinaio tra donne e bambini, rapiti in un attacco nella regione di Gambella al confine con il Sud Sudan. Lo riferiscono fonti governative di Addis Abeba secondo cui il gruppo armato, proveniente dal paese vicino sarebbe responsabile anche dell’uccisione di circa

Le forze armate etiopi hanno lanciato una controffensiva per cercare di liberare oltre un centinaio tra donne e bambini, rapiti in un attacco nella regione di Gambella al confine con il Sud Sudan. Lo riferiscono fonti governative di Addis Abeba secondo cui il gruppo armato, proveniente dal paese vicino sarebbe responsabile anche dell’uccisione di circa 200 persone.

 

In un discorso alla nazione trasmesso dalla tv di Stato, riguardo quello che i giornali locali hanno ribattezzato ‘il massacro di Gambella’ il primo ministro etiope Hailemariam Desalegn ha puntato il dito contro la comunità di allevatori Murle, provenienti dal Sud Sudan e spesso in passato accusati di razzie di bestiame. Il capo del governo ha annunciato anche di aver chiesto alle autorità di Juba il permesso per condurre un’operazione dentro il suo territorio nazionale. Desalegn ha sottolineato che “né le forze armate né i ribelli sudanesi” sono coinvolti nell’attacco.

Feriti al  Juba Teaching hospital, 19 luglio 2012 Photo by Paula Bronstein/Getty Images
Feriti al Juba Teaching hospital, 19 luglio 2012 Photo by Paula Bronstein/Getty Images

La vicenda si verifica in una fase particolarmente delicata del processo di pace sud-sudanese. Il governo centrale di Salva Kiir e gli ex ribelli fedeli a Rieck Machar hanno firmato un accordo per la spartizione degli incarichi di governo e Machar – che ha ottenuto di tornare a ricoprire il ruolo di vicepresidente – è atteso in questi giorni a Juba. Il suo ritorno nella capitale, dopo due anni di guerra civile, costituirebbe un segnale forte della fine del conflitto.  Nel suo discorso al paese, il premier etiope ha voluto marcare ogni distanza possibile dal processo politico in atto in Sud Sudan, sottolineando che i responsabili dell’attacco “sono forze primitive e distruttrici, che portano violenza e morte spostandosi da un luogo all’altro”.   

 

 

L’attacco è avvenuto a Jakawa, nella regione frontaliera di Gambella, che accoglie centinaia di migliaia di rifugiati del violento conflitto politico e militare che da tre anni tiene in ostaggio il Sud Sudan, divenuto indipendente nel 2011.

Una madre accende il fuoco e cucina per la sua famiglia, Photo by Paula Bronstein/Getty Images
Una madre accende il fuoco e cucina per la sua famiglia, Photo by Paula Bronstein/Getty Images

Alla fine di gennaio 2016, un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha raccomandato al Consiglio di Sicurezza di assicurare alla giustizia Salva Kiir e Riek Machar, ritenendoli responsabili delle atrocità commesse da entrambe le parti durante la guerra civile. In tre anni, il conflitto ha causato lo sfollamento di 2,3 milioni di persone, esponendo decine di migliaia di civili ad atrocità su larga scala, come massacri etnici, stupri, torture e traffico di minori.

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