I combustibili fossili non sono più finanziabili, lo dicono gli economisti

Ottanta economisti da venti Paesi chiedono alle economie mondiali di cessare gli investimenti nei combustibili fossili e accelerare quelli nelle fonti rinnovabili.

In occasione del summit sulla finanza per il clima, organizzato per il 12 dicembre  da Macron per celebrare il secondo anniversario dell’Accordo di Parigi, ottanta economisti (di cui tre italiani) di 20 Paesi chiedono la fine degli investimenti nei combustibili fossili e un immediato aumento degli investimenti nelle energie rinnovabili.

L’incoerenza dei capi di Stato

L’incoerenza dei capi di Stato è sotto gli occhi di tutti, i leader mondiali parlano di lotta ai cambiamenti climatici, ma nessuno si espone quando si deve prendere posizione sul taglio degli investimenti ai combustibili fossili e questo è l’aspetto preponderante del problema. Bene lo sanno gli economisti che nella loro dichiarazione “Not a penny more” (Non un euro di più) scrivono “il Presidente Macron e gli altri leader mondiali parlano spesso della necessità di incrementare i finanziamenti per adottare soluzioni contro i cambiamenti climatici, ma rimangono silenziosi quando si parla di finanziare nuove infrastrutture o la produzione di energia basata su carbone, petrolio e gas naturale”.

Non c’è più tempo per i combustibili fossili

Secondo studi scientifici, è necessario ridurre drasticamente lo sfruttamento delle riserve fossili se il mondo vuole rimanere al di sotto della soglia critica dei 2 °C di innalzamento delle temperature, come indicato dall’Accordo di Parigi. Nuove esplorazioni, (come quella di Eni nell’Artico ndr.), e l’estrazione di combustibili fossili sono assolutamente incompatibili con gli obiettivi climatici. “Non c’è più spazio per nuove infrastrutture fossili e per investimenti nel settore”, si legge nella dichiarazione.

pozzo petrolifero
Per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi è necessario fermare ora ogni tipo di investimento dei combustibili fossili. ©David McNew/Newsmakers

Il mondo economico può fermare lo sviluppo delle energie fossili

“La comunità degli investitori ha il potere di creare le condizioni per rendere possibile questo cambiamento”, scrivono i firmatari che chiedono la creazione di un’economia improntata sulle rinnovabili con la graduale fuoriuscita dei combustibili fossili.

Gli economisti ritengono che le istituzioni pubbliche e private hanno la responsabilità e l’obbligo morale di porre fine allo sviluppo di combustibili fossili. Gli investitori e le istituzioni devono, infatti, riconoscere che gli investimenti continui in combustibili fossili sono inconciliabili con un’azione significativa sul clima. È necessario dare la priorità alle enormi opportunità di investimento per un futuro rinnovabile al 100 per cento che sostenga economie sane proteggendo al contempo i lavoratori, le comunità e i limiti del pianeta.

Stop investimenti nei combustibili fossili
“Not a penny more” investito nei combustibili fossili. A chiederlo gli economisti e le associazioni ambientaliste. ©350.org

Non un euro di più ai combustibili fossili

Per dare sostegno alla dichiarazione degli eonomisti, le Ong ambientaliste, 350.org, France Nature Environment, Greenpeace France, Climate Action Network, Foundation for Nature and Man, ecc. stanno organizzando una manifestazione a Parigi per il 12 dicembre per chiedere che “non un euro in più sia erogato alle energie del passato“.

“Chiediamo la fine immediata di tutti gli investimenti in nuovi progetti di produzione e le infrastrutture di combustibili fossili, e incoraggiamo un significativo aumento dei fondi per le energie rinnovabili”, si legge nel comunicato lanciato dalla ONG 350.org.

 

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