Fluire col Tai ji quan

Se siete stati una volta in Cina, o vi

Arte marziale, ginnastica per il benessere, meditazione in
movimento… è come un vestito che ognuno può
indossare a modo suo e per i propri obiettivi. Per ottenere dei
risultati occorre però darsi un po’ da fare! Ma non è
poi così difficile: il movimento lento del Tai ji è
piacevole e, se si resiste al primo approccio in cui ci si
può sentire un po’ goffi, si è ampiamente ripagati
del tempo che gli si dedica.

In Cina da generazioni lo usano come sistema per raggiungere uno
stato di calma fisica e mentale. Molti sidedicano anche agli
esercizi a due, con i quali imparano ad adattarsi ai movimenti
dell’altro: il tui-shou, “mani aderenti” o “mani che spingono”,
è un eccellente sistema per accostarsi alla difesa personale
e al combattimento senza rischi, e permette di rendere il corpo
flessibile e pronto a reagire agli imprevisti.

Le concatenazioni del Tai ji aiutano veramente a rilassarsi e a
concentrarsi sui propri movimenti, sulla respirazione e sulla
morbidezza: per qualche istante il flusso dei pensieri e delle
preoccupazioni quotidiane scivola via per lasciare il posto alla
sensazione di immersione nello spazio e nella nostra
interiorità.
Il corpo si risveglia a sensazioni nuove o sepolte in chissà
quali memorie e l’energia ricomincia a fluire, libera e leggera,
scaldando e vivificando ogni cellula dell’organismo.

Paolo Magagnato
Insegnante Tai ji quan

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