L’Unesco ha dichiarato la scena techno di Berlino patrimonio culturale, riconoscendo il ruolo di musica, club e rave nei processi di trasformazione sociale.
Gli 80 anni degli Abbey Road Studios
Nel novembre scorso gli Abbey Road Studios, studi di registrazione più famosi al mondo, hanno compiuto ottanta anni.
Il 12 novembre del 1931 inauguravano gli studi
londinesi che sarebbero poi diventati i più famosi al mondo:
gli Abbey Road
Studios. Prendono il nome dalla strada che li ospita
(Abbey Road appunto) che si trova nel quartiere aristocratico di
St. John Wood. I Beatles, sotto la guida del
produttore discografico e compositore George
Martin anche detto il “quinto Beatles”, vi entrarono il 6
giugno 1962 e vi incisero quasi tutti i loro dischi fino al 1969,
data in cui uscì l’ultimo disco da studio del gruppo
britannico dal titolo… Abbey Road. Oltre a omaggiare gli Abbey
con il titolo stesso, i Beatles lo fecero anche facendosi
immortalare dal fotografo Ian McMillian, intenti
ad attraversare un passaggio pedonale proprio a ridosso degli
studi.
Questa divenne una delle copertine più riconoscibili e
citate della storia della musica pop.
Prima di divenire culla della musica pop però, l’edificio
georgiano acquistato dalla Emi nel 1929, fu inaugurato dalla
registrazione di un’opera classica: Land of Hope and
Glory diretta da Sir Edward Elgar ed
eseguita dalla London Symphony Orchestra,
che poi si stabilì negli studi in pianta stabile. La
particolarità principale degli Abbey, infatti, è lo
Studio One, il più grande studio al mondo,
riesce a ospitare fino a 110 elementi e ha richiamato negli anni i
grandi della musica classica (Riccardo Muti, Daniel Barenboim,
Herbert von Karajan, Jose Carreras e Maria Callas e tanti
altri).
Altri importanti artisti che hanno varcato le soglie degli Abbey
sono poi stati i Pink Floyd (fino a Wish You Were
Here del 1975), Queen, Deep Purple, Simple Minds,
Jeff Beck, The Police, Stevie Wonder, Rod Stewart,
U2, Oasis, Radiohead, Coldplay.
Ma anche molti italiani: l’ultimo disco a essere inciso negli studi
londinesi è stato Sogno n°1, che
celebra la musica di Fabrizio De Andrè. Uscito poche
settimane fa, contiene 10 canzoni le cui tracce vocali di Faber
sono rimaste intatte, mentre le parti stumentali sono state
riarrangiate proprio dalla London Symphony Orchestra.
E per festeggiare gli storici studi sono state ideate varie
iniziative. Prima fra tutte un concorso online fra band emergenti:
le 8 band vincitrici hanno registrato nelle sale 1 e 2 il loro
«inno di compleanno», che si può ora ascoltare
sul sito degli
Abbey Studios e apparirà in una compilation. Qualche
settimana fa gli studi hanno poi lanciato il servizio
Online Mixing Service, che offre ai musicisti il
missaggio online senza recarsi di persona a Londra e per questo
molto meno costoso. Ed è notizia degli ultimi giorni che lo
Studio Two, proprio quello dove incidevano i Fab Four,
aprirà le proprie porte al pubblico per due visite che si
svolgeranno il 10 marzo con due accompagnatori d’eccezione:
Brian Kehew e Kevin Ryan, autori
del libro Recording The Beatles. Per l’occasione
sarà anche presentato il video dal titolo Recording
at Abbey Road Studios che immortala le session di
registrazione di Shadows, Pink Floyd, Hollies, Zombies, Kate Bush
e, ovviamente, Beatles.
I biglietti per la visita sono già in vendita a 75 sterline.
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