La guardia costiera greca poteva evitare il naufragio di migranti a Pylos

A sostenerlo è la Bbc. Nel naufragio di Pylos sono morti almeno 82 migranti, ancora 500 i dispersi.

  • Sono 82 i corpi recuperati dal naufragio di Pylos finora. 500 i dispersi.
  • Secondo la Bbc la guardia costiera greca avrebbe responsabilità enormi nella tragedia.
  • Intanto il premier conservatore Mitsotakis stravince nuovamente le elezioni.

Il naufragio del barcone proveniente da Tobruk e rovesciatosi davanti alle coste di Pylos, in Grecia lo scorso 14 giugno poteva essere evitato. E sulla tragedia che ne è scaturita, che al momento fa contare 82 morti, ma soprattutto oltre 500 dispersi, pesano le responsabilità della guardia costiera greca, che avrebbe avuto ben sette ore di tempo per intervenire.

È l’accusa, tanto pesante quanto circostanziata, lanciata da una inchiesta della Bbc che ha analizzato tutti gli spostamenti dell’imbarcazione, con circa 750 migranti a bordo, nelle ore precedenti al naufragio. Accuse che la Grecia rispedisce al mittente con una replica che, curiosamente, viene affidata al quotidiano Guardian, praticamente il concorrente diretto della Bbc nel panorama britannico dell’informazione.

Uno dei migranti tratto in salvo al largo della Grecia
Uno dei migranti tratto in salvo al largo della Grecia © Angelos Tzortzinis/Afp/Getty Images

Secondo la Bbc, l‘analisi dei movimenti delle altre navi transitate nella nell’area dove si trovava il barcone suggerisce che il peschereccio sovraffollato non si è mosso per almeno sette ore prima di capovolgersi. Una tesi che si scontra con quanto sostenuto dalla guardia costiera greca, la cui versione ufficiale è che in quelle ore l’imbarcazione era in rotta verso l’Italia e non aveva mai fatto richiesta di soccorsi. Una versione che non convince fino in fondo nemmeno le Nazioni Unite, che hanno chiesto un’indagine sulla gestione del disastro da parte della Grecia.

La Bbc, attraverso la piattaforma di analisi dei traffici marittimi Marine Traffic, ha realizzato un’animazione al computer, che mostra come vi siano state ore di attività concentrate in un’area piccola e specifica dove in seguito la barca di migranti è affondata. Ciò sarebbe il segnale che da molte ore la barca fosse ormai ferma in avaria. Il peschereccio affondato non aveva il geolocalizzatore, quindi non è mostrato sulla mappa, così come le navi della guardia costiera e le navi militari, che sono esentate dal condividere la loro posizione.  

La timeline degli interventi di soccorso 

Nella ricostruzione video si vede però una nave petroliera, la Lucky Sailor, virare bruscamente verso nord alle ore 15:00 di mercoledì, meno di tre ore dopo che Alarm Phone aveva ricevuto una chiamata di aiuto da parte di alcuni migranti a bordo della nave: il proprietario della Lucky Sailor ha confermato alla Bbc di essere stato invitato dalla Guardia Costiera (avvisata da Frontex della presenza della nave già la mattina alle 8:00) ad avvicinarsi alla barca di migranti e fornire loro cibo e acqua.

Circa mezz’ora dopo, alle 15:35, l’elicottero della Guardia costiera rintraccia la barca dei migranti, ma continua a sostenere che la rotta e la sicurezza fossero nella norma. Peccato che alle 18:00 MarineTraffic segnala che un’altra nave, la Faithful Warrior, devia dalla propria rotta per recarsi nello stesso punto di tre ore prima: anche in questo caso gli armatori della nave confermato di essere stati mandati a consegnare rifornimenti al peschereccio.  

Tra le 19:40 e le 22:40 i funzionari greci ribadiscono che la barca stava mantenendo “rotta e velocità costanti”, e addirittura che le persone a bordo avrebbero respinto la richiesta della Guardia costiera di salire a bordo per controllare lo stato della nave.  

Alle 23:00, e questa parte della storia è nota, la barca si capovolge e si verifica la tragedia: ancora una volta: il traffico, secondo i fati di MarineTraffic, si fa frenetico, arriva imbarcazioni per recuperare i naufraghi, la Celebrity Beyond, il Mayan Queen. Ebbene, tutto si svolge, ancora, esattamente nello stesso punto individuato alle ore 15, ben otto ore prima.  

La versione della guardia costiera greca

 

Secondo la guardia costiera greca, invece, il peschereccio ha percorso una distanza di trenta miglia nautiche dal momento del rilevamento al momento dell’affondamento”, vale a dire poco meno di 50 chilometri: probabile, dal momento che Frontex ha rilevato per prima la barca alle 8:00 e le attività nello stesso punto si sono verificate dalle 15 in poi. La vera incongruenza è, semmai, nel fatto che secondo la motovedetta della Guardia costiera che si è avvicinata la sera, il peschereccio era ancora in movimento. Fatto che sembrerebbe essere smentito dai tracciamenti delle barche di soccorso.

I migranti come questione politica 

In Grecia il caso del drammatico naufragio avvenuto lo scorso 14 giugno, il più grave nella storia del Mediterraneo, era  diventato anche e soprattutto politico, al punto che l’ex premier e principale avversario di Kyriakos Mitsotakis, Alexis Tsipras, nei giorni scorsi aveva accusato gravemente Mitsotakis per la strage di Pylos che, ha detto il leader di centrosinistra “dimostra nel modo più chiaro il fallimento della Grecia e dell’intera Ue nel promuovere una politica strutturata in materia di migrazione che metta la salvezza delle vite umane come prima priorità”. 

La presidente greca Katerina Sakellaropoulou affida l'incarico a Kyriakos Mitsotakis, ma si va verso nuove elezioni
La presidente greca Katerina Sakellaropoulou con Kyriakos Mitsotakis © Aris Oikonomou Getty Images

Neanche le critiche e le accuse alla Guardia costiera greca, e dunque direttamente alle autorità di Atene, hanno però ribaltato i sondaggi che proiettavano Mitsotakis, premier conservatore uscente, verso la conquista della maggioranza assoluta dei seggi nel nuovo Parlamento di Atene, in occasione delle elezioni politiche che si sono tenute in Grecia lo scorso weekend, per la seconda volta in poco più di un mese. Ieri il partito di Mitsotakis, Nea Dimokratia, ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento e potrà ora governare da solo, inasprendo ancora di più la sua linea dura nei confronti dell’immigrazione.

La linea dura della Grecia nel Mediterraneo

Negli scorsi anni di governo di centrodestra, in effetti, le autorità greche hanno tenuto una linea molto dura nei confronti dei migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo: spesso la Guardia costiera greca ha ignorato le richieste di soccorso di natanti in difficolta, come avvenuto nel Peloponneso a Pylos andando incontro a una tragedia annunciata.

E  talvolta è stata pizzicata direttamente a respingere in mare persone già sbarcate a terra, come documentato solo un paio di mesi da alcuni attivisti. Al punto che, una volta sparsasi la voce delle violenze delle autorità greche, le rotte migratorie si sono andate modificando: sempre più imbarcazioni in partenza dalle coste turche, invece di fermarsi nella vicina greca, hanno affrontato un ben più lungo e pericoloso viaggio verso l’Italia, generando altre tragedie, proprio come quella di Cutro dello scorso 26 febbraio. Dopo l’esito delle urne, la situazione da questo punto di vista non potrà che peggiorare.

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