Expo 2015

Il Tar del Lazio boccia gli ogm in agricoltura

Dopo tanta attesa il Tar del Lazio si è pronunciato bocciando il ricorso dell’agricoltore friulano che voleva seminare liberamente mais biotech.

“Apprendiamo con soddisfazione il pronunciamento del Tar che conferma nella sostanza le ragioni del decreto promosso dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con i Ministeri della Salute e dell’Ambiente in relazione allo stop delle semine ogm in Italia. Proseguiamo ora con tenacia la battaglia che stiamo portando avanti anche con altri Paesi in ambito europeo. Il nostro obiettivo è dare più autonomia di scelta ai singoli Stati sul tema ogm. Se non riusciremo a trovare un accordo entro giugno, questo sarà uno dei dossier più importanti del semestre italiano di Presidenza dell’Ue. Sono convinto che il modello agricolo italiano debba valorizzare le sue peculiari caratteristiche per rafforzarsi anche sui mercati internazionali”. Con queste parole Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, ha commentato il rigetto da parte del Tar del Lazio del ricorso presentato da un agricoltore friulano contro la legittimità del decreto interministeriale di agosto per il quale “la coltivazione di varietà di mais Mon810, proveniente da sementi geneticamente modificate è vietata nel territorio nazionale fino all’adozione di misure comunitarie di cui all’art.54, comma 3, del Regolamento CE 178/2002 e comunque non oltre diciotto mesi dalla data del presente provvedimento”.

 

farfalla

 

Secondo Legambiente quella di oggi è una sentenza storica. “L’Italia è libera da ogm. Una grande vittoria per l’agricoltura italiana di qualità”. La sentenza del Tar si rifà al principio di precauzione in quanto sono state evidenziate le conseguenze potenzialmente negative per l’ambiente derivanti dalla contaminazione del mais Mon810”.

 

“La nostra posizione sugli ogm non è ideologica”, ricorda la Cia, “ma scaturisce dalla consapevolezza che la loro introduzione può annullare la nostra idea di agricoltura e, quindi, il maggiore vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui mercati: qualità, tracciabilità, biodiversità, tipicità. La loro immissione sui nostri mercati metterebbe a rischio gli oltre 5.000 prodotti tipici che rappresentano la spina dorsale del made in Italy agroalimentare. Il no agli ogm, tra l’altro, è condiviso da oltre il 70 per cento degli italiani e diventa fondamentale a un anno da Expo 2015, dove l’Italia ha scelto di mostrarsi al mondo attraverso il cibo, nelle sue accezioni più diverse, ma tutte saldamente legate alla storia, alla cultura, alle tradizioni delle variegate realtà rurali.

 

Anche Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera, commenta positivamente la sentenza del Tar del Lazio. “Con il pronunciamento di oggi si scrive una bella pagina a tutela della nostra agricoltura e del made in Italy di qualità. Al di là di motivazioni di ordine ambientale e sanitario, infatti, la scelta ogm è completamente sbagliata per l’Italia. Il futuro della nostra agricoltura non è certo legato agli organismi transgenici, ma alla qualità, al territorio, alle tipicità, alla tracciabilità dei nostri prodotti. L’agricoltura italiana è un settore da Guinness, con i suoi 263 prodotti tipici, oltre un milione di ettari condotti con metodo biologico e un export che nel 2013 ha fatto segnare il record di 33 miliardi di euro. Un settore che è cresciuto nel segno della qualità, che da un contributo importante all’attrattività del made in Italy nel mondo e che non può che svilupparsi ulteriormente scegliendo la via dell’eccellenza”.

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