Le accuse di Israele contro l’Unrwa rischiano di privare i palestinesi dell’assistenza umanitaria

Israele ha accusato dodici dipendenti dell’Unrwa su 13mila (0,09 per cento) di avere legami con Hamas. Molti paesi hanno sospeso i finanziamenti all’agenzia Onu.

  • L’Unrwa è l’agenzia delle Nazioni Unite che dal 1949 si occupa di offrire assistenza umanitaria ai profughi palestinesi.
  • Dall’inizio dell’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza del 7 ottobre sono stati uccisi 152 dipendenti dell’Unrwa.
  • Ora Stati Uniti, Gran Bretagna e altri paesi hanno sospeso i fondi all’Unrwa dopo le accuse israeliane di collusione con Hamas.

Molti paesi hanno sospeso i propri finanziamenti all’Unrwa, l’Agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi, dopo che politici israeliani hanno denunciato legami di suoi dipendenti con Hamas. L’Unrwa ha circa 30mila dipendenti, dal 1949 offre assistenza umanitaria ai profughi palestinesi e in questi mesi sta svolgendo un ruolo cruciale nel dare una qualche forma di conforto agli abitanti della Striscia di Gaza, assediati dall’offensiva israeliana.

Nei giorni scorsi alcuni consiglieri politici israeliani hanno accusato dodici dipendenti dell’Unrwa di aver in qualche modo partecipato all’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre. L’agenzia Onu ha sospeso gli operatori e avviato un’indagine interna, per ora però Israele – che da sempre attacca l’attività dell’Unrwa – non ha mostrato prove delle sue accuse. Gli Stati Uniti e altri paesi hanno deciso intanto di sospendere i propri finanziamenti all’agenzia, che basa più del 99 per cento delle proprie risorse su di essi. La tragedia umanitaria a Gaza rischia così di aggravarsi.

I morti provocati dai bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza
I morti provocati dai bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza © Mustafa Hassona/Anadolu/Getty Images

Cos’è l’Unrwa

L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente (Unrwa) è nata nel 1949, a seguito della guerra arabo-israeliana del 1948. 

Quell’anno circa 700mila palestinesi dovettero lasciare le proprie case nell’attuale Israele, quella che viene ricordata come nakba. Vennero creati campi profughi che nel corso degli anni si sono trasformati in spazi più organizzati, con le tende sostituite da strutture solide vere e proprie dove però ancora oggi mancano gran parte dei servizi essenziali. L’Unrwa si è occupata di offrire sostegno umanitario a queste persone e, con il passare dei decenni, ai loro discendenti. I servizi offerti riguardano l’educazione, l’alimentazione, il lavoro e di fatto tutto ciò di cui i profughi palestinesi necessitano nelle difficili condizioni in cui da decenni si trovano a vivere.

I profughi attualmente registrati presso l’agenzia dell’Onu sono circa 5,9 milioni. L’Unrwa opera attraverso il lavoro di circa 13mila dipendenti, di cui la gran parte sono proprio quegli stessi profughi palestinesi che hanno ricevuto la sua assistenza. L’agenzia Onu è infatti uno dei principali datori di lavoro nella Striscia di Gaza e l’assunzione di personale e l’assistenza umanitaria fornita alla popolazione dipende per il 99,4 per cento dalle donazioni internazionali pubbliche e private. Quasi la metà del suo budget annuale di un miliardo di euro arriva dall’Unione europea e dai suoi paesi membri. Grande donatore sono poi gli Stati Uniti, che nel 2022 hanno versato 316 milioni di euro.

Le accuse all’Unrwa

La situazione nella Striscia di Gaza è drammatica a causa della pesante offensiva israeliana avviata il 7 ottobre. Oltre 26mila persone sono morte, l’85 per cento degli abitanti è sfollato, nessun ospedale è in grado di fornire servizi di emergenza su larga scala e due ospedali su tre sono fuori uso. Il 90 per cento della popolazione si trova in condizione di insicurezza alimentare.

In questa situazione drammatica l’Unrwa ha intensificato i suoi sforzi umanitari nella Striscia, soprattutto dal punto di vista alimentare, sanitario e abitativo. Lo ha fatto affrontando anche pesanti difficoltà interne: dal 7 ottobre gli attacchi israeliani hanno causato 152 morti tra i dipendenti dell’agenzia Onu, distruggendo 145 sue strutture. Ma ora operare potrebbe diventare ancora più difficile.

Consiglieri di alto rango israeliani hanno accusato dodici dipendenti palestinesi dell’Unrwa a Gaza di avere legami con Hamas e di aver addirittura avuto un ruolo nell’attacco in Israele del 7 ottobre, che ha causato 1.200 morti. Per ora lato israeliano non sono state fornite prove alla base di queste accuse, intanto l’agenzia Onu ha avviato un’indagine interna e sospeso i suoi dipendenti.

La reazione internazionale

Le accuse di Israele nei confronti dell’Unrwa sono un fatto pluridecennale. L’attuale premier Benjamin Netanyahu ha più volte chiesto all’Onu di sopprimere l’agenzia che si occupa dei profughi palestinesi, accusandola di avere rapporti con Hamas. Un elemento che è sotto la luce del sole, per il semplice fatto che Hamas governa la Striscia di Gaza ed è dunque l’unico interlocutore politico presente, da cui è necessario passare per pianificare le attività umanitarie.

In passato le polemiche attorno all’Unrwa avevano portato all’interruzione dei finanziamenti. Lo avevano fatto nel 2018 gli Stati Uniti di Donald Trump, mentre nel 2019 una decisione simile era arrivata da Svizzera, Belgio e Paesi Bassi. In quel caso le accuse erano di malagestione dei fondi e abuso d’ufficio, poi i fondi erano stati ripristinati dopo indagini interne.  Ora, con l’accusa di legami con l’attacco di Hamas del 7 ottobre, la sospensione dei finanziamenti ha avuto una portata più ampia. Regno Unito, Australia, Canada, Finlandia, Germania, Paesi Bassi e Svizzera hanno bloccato i finanziamenti, oltre all’Italia che ha detto che la sua sospensione era già attiva da ottobre senza chiarire cause e circostanze. La Francia ha invece detto che per il primo semestre 2024 già non erano stati stanziati fondi per l’Unrwa.

Nel mezzo della peggior tragedia umanitaria degli ultimi decenni, quella in corso nella Striscia di Gaza, la popolazione rischia di trovarsi privata dell’unico reale supporto umanitario presente. Questo per un’accusa tuttora in fase di indagine che riguarda lo 0,09 per cento dei dipendenti dell’Unrwa. E mentre gli stessi stati continuano a supportare Israele, responsabile con la sua offensiva di 152 morti tra i dipendenti della stessa agenzia. Il direttore dell’agenzia, Philippe Lazzarini, ha detto che la sospensione dei fondi è una “punizione collettiva”. António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha chiesto un dietrofront agli stati che hanno sospeso gli aiuti.

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