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La Scarzuola è una città ideale progettata in Umbria dall’architetto Buzzi accanto a un antico convento francescano. Per chi ama essere sorpreso, da non perdere.
Tra le verdi colline umbre, c’è una città teatro stupefacente per la varietà di scenari che offre, moderni anche oggi: è la Scarzuola , nata dal progetto dell’architetto milanese Tommaso Buzzi. Un mix stupefacente di sacro e profano che incanta.
La Scarzuola si trova in Umbria, nella frazione Montegiove del comune di Montegabbione, in provincia di Terni. La zona è conosciuta perché qui c’è l’antico convento dove visse San Francesco d’Assisi.
Secondo la tradizione è a Montegiove infatti che nel 1218 San Francesco costruì una capanna nel punto in cui aveva piantato una rosa e un alloro e da cui poi era sgorgata una fontana: un miracolo. La capanna venne realizzata con una pianta chiamata “scarza”, da cui deriva il nome Scarzuola. In seguito in questo luogo venne costruita una chiesa e poi un convento affidati ai Frati Minori.
È nel 1957 che l’architetto milanese Tomaso Buzzi progettò e cominciò a edificare accanto al convento una “città ideale” che lo rappresentasse, una allegoria escatologica dell’esistenza, utilizzando il linguaggio ermetico tipico dell’aristocrazia massonica del Settecento.
La città ideata da Buzzi comprende un insieme di 7 teatri e il suo centro è nell’acropoli: una montagna di edifici costituiti da una numerosa serie di archetipi che, vuoti all’interno e dotati di tanti scomparti come in un termitaio, rivelano molteplici prospettive. Un mix affascinante di sacro e profano tra il convento (città sacra) e le fabbriche del teatro (città profana), non sempre di facile comprensione perché ispirato all’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna (1499). Lo stile utilizzato è quello del neomanierismo: l’utilizzo di scale in tutte le direzioni, volute sproporzioni di alcune parti, mostri, affastellamento di edifici, di monumenti, che porta al surrealismo.
Il risultato è un continuo mutamento di atmosfera e architettura che rispecchia la genialità del suo ideatore e rimane un unicum nel panorama dell’arte e dell’architettura contemporanea italiana ed europea. Buzzi lasciò incompiuta un’opera incompiuta per sua natura e alla sua morte, nel 1981, la proprietà passò a Marco Solari che ne continuò la costruzione, utilizzando i progetti lasciati dall’architetto e ha avuto il merito dì aprire La Scarzuola ai turisti.
Per visitarla occorre prenotare con anticipo, si possono trovare tutte le informazioni sul sito ufficiale.
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