Oggi sono 152 i paesi dell’Onu che riconoscono la Palestina. Ora si sono aggiunte la Francia, il Regno Unito e altri stati occidentali.
Il 22 settembre la Francia ha riconosciuto lo stato di Palestina. Il presidente Emmanuel Macron lo aveva promesso in primavera e l’annuncio ufficiale è arrivato durante l’assemblea generale dell’Onu, a New York. Quello della Francia è solo l’ultimo di una serie di riconoscimenti di questo tipo da parte dei paesi cosiddetti occidentali. Nei giorni scorsi avevano fatto lo stesso il Regno Unito, il Canada, l’Australia e il Portogallo, mentre l’anno scorso lo stato palestinese era stato riconosciuto da Irlanda, Spagna e Norvegia.
Oggi 152 paesi membri delle Nazioni Unite su 193 riconoscono la Palestina. La creazione di uno stato palestinese resta però un miraggio.
Il riconoscimento della Francia
“Il momento è arrivato. Ecco perché, fedele all’impegno storico del mio paese verso il Medio Oriente e la pace tra Israele e i palestinesi, dichiaro che oggi la Francia riconosce lo stato di Palestina”. Il 22 settembre il presidente francese Emmanuel Macron ha pronunciato queste parole nella sala dell’Assemblea generale dell’Onu, a New York, in occasione della settimana di apertura dell’ottantesima Assemblea Generale dell’Onu, che vede riuniti ogni anno i rappresentanti dei paesi membri.
Quando uno stato ne riconosce un altro significa che di fatto certifica la sua esistenza, l’autodeterminazione del suo popolo e la sua sovranità nazionale. Questo comporta inoltre l’apertura di ambasciate e consolati e l’invio di personale diplomatico nel paese in questione. Macron ha detto che questo passaggio avverrà solo una volta che Hamas avrà rilasciato tutti gli ostaggi israeliani e che verrà raggiunto un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Qui dal 7 ottobre 2023 Israele sta portando avanti un genocidio che finora ha causato oltre 64mila morti.
Durante il suo intervento il presidente francese ha anche presentato un piano per il futuro dello stato palestinese, che passerebbe dalla creazione di una Forza di stabilizzazione internazionale volta ad accompagnare l’Autorità nazionale palestinese (Anp), che oggi governa alcune parti della Cisgiordania, nella ricostruzione di Gaza, nel governo e nella definizione di una soluzione a due stati.
Regno Unito, Australia e gli altri
In parallelo alla Francia, il 22 settembre altri paesi hanno annunciato il riconoscimento della Palestina. È il caso di Belgio, Lussemburgo, Malta, Principato di Monaco e Andorra, che erano presenti al meeting Onu per la soluzione a due stati presieduto da Francia e Arabia Saudita e boicottato da Israele e Stati Uniti. Il Belgio ha fatto sapere che il riconoscimento sarà effettivo solo una volta che Hamas avrà liberato gli ostaggi israeliani e sarà raggiunto un cessate il fuoco.
Il 21 settembre è stato il Regno Unito a riconoscere lo stato di Palestina. L’annuncio è arrivato dal premier Keir Starmer, che ha giustificato questa decisione come un passaggio necessario per una soluzione a due stati, ha criticato profondamente Hamas ma anche puntato il dito contro Israele per la fame e la devastazione imposta nella Striscia di Gaza. Nella stessa giornata sono arrivati altri annunci di riconoscimento dello stato palestinese da parte di Portogallo, Canada e Australia. Anche in questo caso i rispettivi premier hanno evidenziato che la decisione va inquadrata nello sforzo internazionale di una soluzione a due stati. Il Il premier australiano Anthony Albanese ha fatto anche riferimento alle “legittime e per troppo tempo negate aspirazioni del popolo palestinese ad avere un proprio stato”.
152 stati su 198
Questa piccola ondata occidentale di riconoscimento dello stato palestinese non è casuale, ma avviene come gesto simbolico e di pressione in un momento particolare, quello appunto della riunione annuale dell’Assemblea generale dell’Onu. Il presidente statunitense Donald Trump ha negato il visto alla delegazione palestinese, che è quindi costretta a partecipare in videoconferenza, mentre ci sarà il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Già l’anno scorso altri importanti paesi del blocco cosiddetto occidentale avevano riconosciuto lo stato palestinese. Il 28 maggio 2024 Spagna, Irlanda e Norvegia avevano ufficializzato questa decisione, aggiungendosi alla lista di altri nove paesi dell’Unione europea: Bulgaria, Cipro, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Svezia e Ungheria, non a caso paesi dell’Europa centro-orientale. Oltre ad essi, la Palestina è storicamente riconosciuta dalla quasi totalità dei paesi dell’America latina, dell’Asia e dell’Africa. Con i riconoscimenti della Francia e degli altri paesi nelle ultime ore, oggi sono 152 gli stati membri dell’Onu che riconoscono la Palestina. Tra questi non c’è l’Italia.
La creazione di uno stato palestinese resta però un miraggio. Il territorio palestinese è diviso tra la Striscia di Gaza, ormai ridotta in macerie dall’esercito israeliano, Gerusalemme Est, dove Israele esercita largo potere e prosegue la sua opera di colonizzazione, e la Cisgiordania, dove gli insediamenti illegali israeliani continuano a togliere terra alla Palestina. L’aggressione israeliana rende difficile individuare un territorio definito per lo stato palestinese, uno dei requisiti chiave per la formazione di uno stato. Questo complica anche il governo del territorio, che peraltro per la Palestina è diviso tra Hamas nella Striscia di Gaza e l’Anp in Cisgiordania. Israele, insomma, agisce per rendere impossibile la creazione di uno stato palestinese, ma con la nuova ondata di riconoscimenti la comunità internazionale sta aumentando la pressione sul paese.
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