Lo stato francese è stato condannato a rivedere le proprie procedure di autorizzazione dei pesticidi. La sentenza è stata pronunciata mercoledì 3 settembre dalla Corte amministrativa d’appello di Parigi, che ha accolto un ricordo presentato da un gruppo di associazioni ambientaliste. Si è trattato in un questo senso di un giudizio storico, che potrebbe potenzialmente imporre un cambiamento di paradigma nella nazione transalpina.
“Non sufficientemente tutelate la biodiversità e la salute”
L’azione legale – che è stata battezzata Justice pour le vivant (“Giustizia per gli esseri viventi”, in italiano) – è riuscita infatti a far passare il principio secondo il quale le procedure fin qui utilizzati dalla Francia non sono sufficienti per garantire la tutela della biodiversità e la protezione della salute umana.
🇫🇷 L'État a été condamné mercredi à revoir ses procédures d'autorisation des pesticides, jugées par la cour administrative d'appel de Paris insuffisantes pour garantir le maintien de la biodiversité et la protection de la santé, dans l'affaire "Justice pour le vivant" ⤵️ pic.twitter.com/iCB2qg8vs6
I pesticidi sono da tempo al centro delle discussioni politiche nella nazione europea. Nel 2020, l’Assemblea nazionale francese ha approvato un progetto di legge che permette ai coltivatori di barbabietole da zucchero di reintrodurre in deroga i pesticidi neonicotinoidi, vietati da tempo per i loro comprovati effetti nocivi sulle api. Nello stesso anno, il governo dell’epoca aveva rinunciato all’obiettivo glifosato-zero, nonostante le promesse avanzate dal presidente Emmanuel Macron.
Allo stato concessi 24 mesi di tempo per riesaminare le autorizzazioni
Tre anni più tardi, uno studio condotto nella regione della Bretagna aveva destato scalpore e allarme, poiché i risultati indicavano che la quasi totalità delle acque del territorio – fiumi, stagni e falde acquifere – è contaminata da pesticidi. Nel 2024, poi, un’inchiesta di una rivista specializzata in diritti dei consumatori ha permesso di stabilire che sono presenti pesticidi nell’80 per cento delle insalate in busta vendute nei supermercati in tutto il paese.
Anche per questo l’associazione Pollinis, una delle più attive nell’azione Justice pour le vivant, ha parlato di “risultato storico” e ha chiesto al governo di conformarsi alle decisioni dei giudici. Questi ultimi hanno ordinato nello specifico di procedere “entro un tempo massimo di 24 mesi” a “un riesame delle autorizzazioni di immissione in commercio già concesse”. Ciò, ha spiegato il tribunale a chiare lettere, “al fine di riparare al danno ecologico risultante dall’uso di prodotti fitosanitari”. Inoltre, lo stato dovrà “effettuare una valutazione dei rischi posti” dai pesticidi, “alla luce delle più recenti conoscenze scientifiche”.
“Falle nei metodi di valutazione dei pesticidi”
Nel mirino c’è in particolare l’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria (Anses), che è incaricata di valutare e autorizzare il commercio di pesticidi. Il fatto che vengano poste in discussioni anche tutte le concessioni passate implica che l’intero utilizzo di tali prodotti in Francia debba essere ora rivalutato.
La sentenza, tra l’altro non fa che confermare quanto stabilito in primo grado nel giugno del 2023, quando era stato chiesto al governo “di adottare tutte le misure utili per riparare al danno ecologico causato”. Ora la Corte amministrativa d’appello ha aggiunto che in capo allo stato c’è anche l’obbligo di rivedere le stesse procedure, poiché vi sono state ravvisate “falle nei metodi di valutazione”.
Secondo Le Monde, l’agenzia per la sicurezza alimentare della Francia avrebbe insabbiato una perizia sul glifosato, mentre una ong francese mette in dubbio il rapporto di valutazione europeo sull’erbicida.
L’indagine approfondirà l’entità dell’esposizione ai pesticidi di persone che abitano in prossimità dei vigneti utilizzando parametri mai considerati negli studi precedenti.
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