La Pecora elettrica dà l’addio a Centocelle, la libreria-caffetteria non riaprirà

A circa un mese dal secondo rogo, i proprietari della Pecora elettrica annunciano la decisione di non riaprire, perlomeno non a Centocelle. A nulla sono valsi gli sforzi di solidarietà dei cittadini: chi aveva partecipato alla raccolta fondi potrà essere rimborsato.

Probabilmente non sapremo mai se gli androidi sognano pecore elettriche, come si chiedeva Philip Dick nel famoso romanzo (Do androids dream of electric sheep?) che poi divenne sullo schermo Blade Runner.  Quello che da oggi sappiamo di sicuro è che i cittadini romani, e in particolare quelli del quartiere popolare di Centocelle, non sogneranno più la Pecora elettrica. La libreria-caffetteria che in pochi anni era diventata punto di riferimento e simbolo della rinascita anche culturale del quartiere, non riaprirà più, almeno non a Centocelle: i proprietari, dopo una prima di fase di silenzio e di riflessione, hanno infatti deciso che dopo il secondo rogo al locale, appiccato da ignoti nella notte tra il 5 e il 6 novembre, alla vigilia della riapertura, non se la sentono più.

Una decisione difficile, quella dei proprietari della Pecora

In un lungo post pubblicato sui social, i proprietari del locale scrivono: “È con grande dispiacere che vi dobbiamo rendere partecipi della nostra decisione di non riaprire. Non viviamo questa scelta come una sconfitta: il lavoro svolto, di cui siamo molto orgogliosi, in due anni e mezzo di apertura, ha messo in moto energie nuove e nuove progettualità che non andranno disperse”. Questo perché “la Pecora Elettrica ormai è un’entità più grande dei due proprietari della caffetteria libreria e per questo non sappiamo ancora dirvi quali nuove strade prenderà”.

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La storia della piccola libreria negli ultimi mesi aveva travalicato i confini del quartiere e quelli cittadini, fino a salire alle cronache nazionali. Data alla fiamme in modo doloso una prima volta il 25 aprile scorso, era stata oggetto di un grandissimo slancio di solidarietà popolare: un crowdfunding organizzato da una rete di esercenti di Centocelle aveva permesso di raccogliere in breve tempo 50mila euro che erano stati utilizzati per i lavori di riapertura. Poi, il giorno prima del lieto evento programmato per lo scorso 7 novembre, il nuovo rogo.

L'ingresso della libreria La Pecora Elettrica, devastata da un incendio la notte del 25 aprile © Simone Santi
L’ingresso della libreria La Pecora Elettrica, devastata da un incendio la notte del 25 aprile © Simone Santi

Una nuova campagna di raccolta fondi era stata aperta: adesso i proprietari lasciano ma anche chiudere, spiegano, ha dei costi: “Stiamo lavorando con le istituzioni locali per capire come sostenere le spese necessarie ad una chiusura non prevista (rientro dei debiti con la banca, tfr, Inps, consulenze, burocrazia, ecc.). I tempi per sbloccare fondi istituzionali sono lunghi, sempre ammesso che ci si riesca, e per questo abbiamo deciso di fare affidamento, dopo una lunga e non facile riflessione, almeno in parte sui soldi che in tantissimi hanno donato grazie alla campagna online lanciata da una nostra sostenitrice. Visto che le donazioni non andranno a finanziare la riapertura de La Pecora Elettrica ma serviranno invece a sostenere noi proprietari in questa fase delicata, i sostenitori avranno la possibilità di annullare la propria offerta”.

La protesta dei residenti di Centocelle

Il secondo incendio alla Pecora Elettrica, che era stato preceduto di venti giorni da quello a una pinseria situata nella stessa via e seguito pochissimi giorni dopo dal rogo a un bistrot di nuova apertura nella stessa zona, aveva portato in piazza per ben due volte a distanza di una settimana migliaia di abitanti del quartiere, sotto lo slogan Combatti la paura, difendi il quartiere, per chiedere a gran voce una maggiore presenza delle istituzioni sul territorio. “Nonostante il dolore e la rabbia per quello che La Pecora Elettrica ha subito, ci sentiamo parte di una comunità che travalica i confini del nostro quartiere e della nostra città – concludono i proprietari – Una comunità forte e consapevole capace di stringersi in difesa degli spazi di condivisione e di promozione culturale”.

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