Perduto amor

Il primo film diretto dal cantautore Franco Battiato racconta la storia di un giovane musicista siciliano che, trasferitosi a Milano, diventa scrittore.

Ogni film è un’emozione, un ricordo, una sensazione. Ogni
canzone è un’emozione, un ricordo, una sensazione.

Una fratellanza, quella tra musica e grande schermo, che da
sempre ci avvolge, soffusa come una colonna sonora.

Qualche anno fa Franco Battiato aveva dichiarato una certa
intransigente disaffezione per il cinema, e un gusto per
l’inafferrabile, l’indicibile, l’inattuale nietzscheano, ciò
che vola oltre il tempo della cronaca.

Oggi, il cantautore siciliano si è messo alla prova
dietro la macchina da presa. Con lui l’amico e collaboratore di
sempre, il filosofo Manlio Sgalambro, voce narrante di ‘Perduto
amor’, la storia di un giovane siciliano che si dipana dal festival
di San Remo del’55 alla scoperta della grande città,
dell’esoterico, di un nuovo mondo.

Lievità, grazia, immagini che riflettono la musica, le
facce siciliane e l’immagine sensuale delle donne del Meridione con
gli abiti anni ’50, bello come sono solo le cose vere, senza
volgarità, senza aggressività. Un principio d’amore
ispira la sua visione artistica.

La trama è solo il pretesto per il racconto di un viaggio
iniziatico, sulle note non dello stesso Battiato ma di canzoni, da
Luigi Tenco ai lieder di Schubert, e brani di musica classica…
“inattuali”, che attraversano il tempo – proprio come la storia del
film.

Inattuali, in volo oltre il tempo, come ognuna delle emozioni
che il cinema e la musica possono regalarci.

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