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Io, Leonardo. Al cinema un viaggio inedito nella mente e nel genio di Leonardo da Vinci
Il 2 ottobre arriva al cinema Io, Leonardo, un film oltre gli stereotipi, che svela la personalità e il lato umano di Leonardo da Vinci. A interpretarlo è Luca Argentero.
Dimenticate l’immagine dell’anziano canuto e dall’aria sapiente imposta dai cliché iconografici. Quello che incontrerete nel film Io, Leonardo è un Leonardo da Vinci giovane e molto affascinante. A interpretarlo è l’attore Luca Argentero, chiamato da Sky per dare volto e anima al grande artista, in un’opera diversa dai classici biopic e dai documentari che arriverà in sala il 2 ottobre (e su Sky a gennaio 2020) per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci.
Io, Leonardo, un film oltre il mito
Io, Leonardo è un film inedito, che non sfrutta schemi tradizionali, ma tenta di andare oltre gli stereotipi, per cercare di restituire e indagare la vera personalità del genio rinascimentale. A spiegarlo anche il consulente scientifico del progetto, Pietro C. Marani, professore ordinario di storia dell’arte moderna e museologia al Politecnico di Milano, intervenuto durante la presentazione del film, lo scorso 19 settembre, presso il Museo nazionale della scienza e della tecnologia di Milano (intitolato allo stesso Leonardo). “Ho aderito al progetto a due condizioni: la prima che il film non fosse pieno di luoghi comuni e basato su aspetti mitografici e leggendari; la seconda che il protagonista fosse interpretato da un attore giovane e bello”. In altre parole: una garanzia di attendibilità storica, basata sull’aderenza alle notizie tramandante dagli scritti autografi di Leonardo (in particolare il Trattato della Pittura), sullo studio dei suoi progetti e sulle note biografiche tramandate dai suoi contemporanei.
Un lavoro che ha permesso di far emergere il lato più umano di Leonardo, con le sue luci e le sue ombre. “È un film più drammatico che divulgativo o divertente”, prosegue Marani, “che mette in scena la lotta interiore di Leonardo tra l’ambizione smodata di creare e la realtà quotidiana. Molti dei suoi progetti, infatti, non sono mai stati realizzati o sono stati dei totali fallimenti”.
Un altro aspetto poco noto dell’artista, che viene raccontato nel film, è la sua difficoltà nel rispettare le scadenze e nel concludere le opere. Emblematica la scena in cui Ludovico il Moro lo rimprovera per non essere riuscito, in dieci anni, a realizzare il cavallo di bronzo promessogli, per onorare la memoria di suo padre Francesco Sforza.
Chi era davvero Leonardo da Vinci
Una delle scelte più controcorrente del film è proprio quella di scardinare l’iconografia tradizionale di un Leonardo vecchio, saggio e con la barba bianca, rivelando il grande equivoco legato a questa immagine. Il celebre e presunto autoritratto, conservato presso la biblioteca reale di Torino, che lo ritrae anziano e canuto, e che è diventato nell’immaginario comune il volto di Leonardo, non sarebbe affatto un autoritratto. A spiegarlo il professor Marani: “Di questo disegno si hanno notizie solo a partire dall’800. Pur essendo sicuramente un disegno autografo di Leonardo, esso non può essere un autoritratto, in quanto non coincide né per stile, né per data. Ritraendo un uomo di circo 60 anni dovrebbe infatti essere stato eseguito nel 1505 circa, mentre lo stile, la fattura e l’analisi storica mostrano che è stato realizzato negli anni ’90, quando Leonardo aveva meno di 50 anni”. Da qui il desiderio di mostrare al pubblico un Leonardo più aderente alla realtà. “Le fonti antiche e chi scrive avendolo conosciuto direttamente, parla di un uomo straordinariamente bello”, prosegue il professor Marani, “Vasari lo definisce addirittura ‘una figura quasi divina’, capace di emanare forza e grazia straordinaria”.
Il regista Jesus Garces Lambert, già autore del film d’arte più visto nel 2018 Caravaggio, l’anima e il sangue, ammette: “Girando il film ho scoperto un Leonardo profondamente umano e simile a tutti noi. E ho scoperto anche che era estremamente simpatico, capace persino di fare scherzi al Papa! La cosa positiva è che, avendo vissuto a lungo ed essendo stato piuttosto famoso alla sua epoca, tanti suoi coetanei hanno lasciato diversi scritti su di lui. Questo ci ha permesso di scoprire molte cose”.
Orgoglioso di interpretare il genio italiano, Luca Argentero è convinto che Leonardo sia un personaggio ancora in grado di affascinare il pubblico moderno: “È come immaginarsi uno Steve Jobs del ‘400. La sua era una mente che va al di là dello schema classico. Ho l’impressione che il suo grande pregio, che poi è stata anche una debolezza, sia stata la sua indole a voler approfondire tutto quello che lo circondava. Lui non si fermava mai alla superficie delle cose. Penso che questo possa essere un bell’insegnamento per noi e per i ragazzi più giovani”.
Una struttura narrativa insolita
Ciò che rende questo film diverso dai classici film biografici sono la struttura narrativa e l’ambientazione in cui i personaggi si muovono. Fin dalla prima scena, infatti, ci troviamo idealmente immersi nella mente stessa di Leonardo. Un’angolazione affascinante, rappresentata da uno studio in cui le pareti ruotano e il tetto si apre sull’universo. Una metafora del suo genio creativo, in perenne movimento e sempre in contatto con la natura, da lui considerata “maestra de’ maestri”.
“Abbiamo usato un metodo documentaristico per la ricerca e un metodo di fiction per la scrittura del film”. Così il regista spiega il lavoro dietro a Io, Leonardo. Un’opera originale, in cui tutto è stato fedelmente ricostruito: dagli oggetti di scena, alle invenzioni (come il prospettografo e la lira d’argento) fino ai costumi, realizzati dal due volte candidato all’Oscar Maurizio Millenotti. Un lavoro minuzioso, impreziosito dall’uso dei visual effect, che fanno prendere vita a invenzioni e disegni dell’artista. Dalle sue macchine da guerra ai suoi studi sull’anatomia umana, dall’enorme cavallo di bronzo progettato e mai realizzato per Ludovico il Moro alla meravigliosa decorazione pittorica della Sala delle Asse del castello Sforzesco di Milano (qui ricreata con 174 miliardi di Pixel).
Le sue opere (realizzate e non) e le vicende della sua esistenza prendono così vita, attraverso pensieri e ricordi, scanditi dalla voce di un io narrante affidata a Francesco Pannofino, che è insieme espressione della coscienza interiore e della memoria.
Di grande impatto sono le scene evocative, che mostrano e ricostruiscono i suoi processi creativi e la genesi di alcune delle sue opere più celebri. Tra queste quella della camera degli specchi, dove realizza la Dama con l’ermellino, ritratto della giovane e bellissima Cecilia Gallerani; quella dell’uomo Vitruviano, emblema e simbolo del Rinascimento, in cui arte e scienza si uniscono; e, infine la creazione del Cenacolo, in cui il celebre affresco del refettorio di Santa Maria delle Grazie prende letteralmente vita. Una scena particolarmente riuscita e coinvolgente, in cui si avrà davvero l’impressione di essere all’interno della mente del grande pittore. Al tempo stesso si potrà fare un’esperienza ravvicinata di visione dell’opera, grazie alla ricostruzione di un modello 3D a dimensioni reali e ad altissima risoluzione.
Cenacolo vinciano, quattro serate gratuite
Per ammirare l’Ultima cena anche dal vivo Sky Arte e Progetto Immagine, insieme al Polo museale della Lombardia, offrono una opportunità eccezionale: quattro aperture serali straordinarie e gratuite per visitare il Museo del Cenacolo vinciano.
Le aperture straordinarie gratuite al Museo del Cenacolo sono previste giovedì 31 ottobre, giovedì 28 novembre, giovedì 19 dicembre e giovedì 30 gennaio 2020, dalle 19.30 alle 22.00. L’iniziativa prevede un totale di 1.200 biglietti gratuiti, di cui 360 dedicati ai giovani tra i 18 e i 25 anni, per incentivare una delle fasce di età meno presenti tra i visitatori del Cenacolo.
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