Diritti umani

Perù, tribù indigene denunciano il governo che autorizza la ricerca di petrolio

L’organizzazione nazionale indigena del Perù ha denunciato il ministero della Cultura, colpevole di non aver protetto le tribù incontattate dalle prospezioni petrolifere.

Nel mondo esistono ancora tribù incontattate che hanno deciso di continuare a vivere come hanno sempre fatto da generazioni, in simbiosi con il proprio ecosistema e lontani dal progresso e dalle sue frequenti degenerazioni. Eppure sembra non ci sia più posto per queste persone, che rappresentano una parte essenziale della diversità umana, minacciate dalla deforestazione e dall’estrazione petrolifera.

Anziano della tribù dei Matsès
Sin dal contatto i Matsés hanno sofferto di gravi malattie, in particolare di malaria e altre malattie che la loro medicina basata sulle piante non riesce a curare © Survival International

Non c’è pace neppure nella giungla

Nel cuore della foresta Amazzonica peruviana, in uno degli ecosistemi più ricchi del pianeta, vivono tribù che non hanno mai avuto contatti con il mondo esterno. Secondo Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, sarebbero quindici le tribù di indiani isolati peruviani. Queste popolazioni devono fronteggiare una vera e propria invasione da parte delle compagnie petrolifere e del legname (e delle malattie che gli occidentali si portano dietro). Il governo peruviano dovrebbe proteggere queste tribù, come previsto dalla legge internazionale che riconosce i diritti territoriali degli indiani, ma questo non sempre avviene.

Indigeni peruviani contro il governo

Proprio per questo l’Aidesep, la principale organizzazione indigena dell’Amazzonia, ha fatto causa al Ministero della Cultura del Perù per non aver tutelato le tribù incontattate dalle invasioni e dalle prospezioni petrolifere. Il governo, secondo l’Aidesep, non avrebbe rispettato l’obbligo legale di mappare e creare cinque nuove riserve indigene, e di proteggere i popoli che vi abitano.

Biodiversità nell'Amazzonia peruviana
Il Perù vanta un’incredibile diversità biologica, soprattutto per quanto riguarda i vertebrati (Photo by Oli Scarff/Getty Images)

A caccia di petrolio nella terra ancestrale degli indigeni

Nel 2007 il Perù concesse alla compagnia petrolifera canadese Pacific Pacific Exploration & Production il diritto di effettuare esplorazioni petrolifere a Yavari Tapiche, una delle cinque aree che sarebbero dovute diventare riserve indigene insieme a Yavari Mirim, Sierra del Divisor Occidental, Napo Tigre e Cacataibo.

Come il petrolio può uccidere i nativi

La ricerca di petrolio rischia di sottrarre terre ai nativi, di inquinare l’ambiente da cui dipendono, di introdurre malattie verso cui non hanno difese immunitarie e di allontanare la fauna che cacciano per sostentarsi. “Non voglio che i miei figli siano distrutti dal petrolio – ha dichiarato un uomo della tribù dei Matsés, che vive vicino all’area proposta come riserva. – Le compagnie petrolifere ci stanno insultando e noi non resteremo in silenzio mentre ci sfruttano nelle nostre terre ancestrali. Se necessario, moriremo lottando contro il petrolio”.

Cacciatore Matsés
I Matsés vivono da generazioni di caccia e raccolta nella frontiera dell’Amazzonia incontattata © Christopher Pillitz

Senza riserve le tribù incontattate sono a rischio

Delle tribù incontattate e della loro straordinaria conoscenza naturalistica sappiamo ancora molto poco e, se non viene invertita la tendenza attuale, questa conoscenza potrebbe non essere mai approfondita, lasciando un’incolmabile e imperdonabile lacuna. “Le tribù incontattate sono i popoli più vulnerabili sul pianeta, ma sembra che le autorità del Perù considerino i profitti della compagnia petrolifera più importanti della terra, delle vite e dei diritti umani dei popoli – ha affermato Stephen Corry, direttore generale di Survival. – Il fatto di non aver creato riserve indigene non è solo una catastrofe ambientale, ma potrebbe anche spazzare via per sempre intere popolazioni”.

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