Brasile, come Jair Bolsonaro è stato un volano per industria della carne e deforestazione
Con le elezioni imminenti il Brasile è a un bivio: quale sarà il futuro dell’industria della carne? Tra deregolamentazione e sfruttamento.
Con le elezioni imminenti il Brasile è a un bivio: quale sarà il futuro dell’industria della carne? Tra deregolamentazione e sfruttamento.
Un’inchiesta giornalistica ha denunciato che il colosso Jbs avrebbe acquistato soia e mais da coltivazioni su terreni deforestati illegalmente per nutrire polli esportati in tutto il mondo.
Grazie al lavoro delle organizzazioni contro le Bugie in etichetta, il decreto sul benessere animale nazionale passa, ma con importanti modifiche.
Animal Equality ha documentato la sistematica violazione delle norme da parte di tre macelli del Brasile, da cui l’Italia importa tonnellate di carne.
Uno studio condotto nei Paesi Bassi ha dimostrato per la prima volta la contaminazione da microplastiche nella carne bovina e suina, ma anche nel latte delle mucche.
Dietro ai marchi di carne vegetale e ai laboratori di carne coltivata spesso ci sono le multinazionali della carne tradizionale. Con delle conseguenze.
Eliminare gli allevamenti e ripristinare le aree ora dedicate al bestiame e al mangime permetterebbe di ridurre le emissioni di CO2 del 68 per cento.
Un nuovo reportage racconta l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi, tra emissioni di gas serra e sversamenti di liquami legali e illegali.
Agli eventi organizzati nella capitale finlandese, dal 2022 la carne sarà sostituita da piatti a base vegetale o con pesce pescato in modo sostenibile.
La maggior parte dei bambini non considera gli animali come cibo, ma mangia la carne perché non sa da dove proviene. Lo conferma un nuovo studio.