
Akihisa Hirata. Il Giappone dopo Fukushima
Giovanissimo architetto, classe ’71, vive e lavora a Tokyo. Nella breve carriera ha già fatto incetta di premi con progetti dedicati all’energia rinnovabile e alla natura.
Giovanissimo architetto, classe ’71, vive e lavora a Tokyo. Nella breve carriera ha già fatto incetta di premi con progetti dedicati all’energia rinnovabile e alla natura.
Un piccolo ricordo per una delle tragedie che ha sconvolto il paese del sol levante, il Giappone.
Dopo l’incidente di Fukushima, il Governo e le autorità locali continuano a sostenere che non ci sono pericoli, perché; Tokyo è troppo lontana dall’area del disastro nucleare.
L’energia da impianti nucleari viene citata come la migliore alternativa all’energia da fonti fossili. Non è così: la migliore è quella da fonti rinnovabili
L’11 marzo 2011 si verifica il terribile incidente alla centrale di Fukushima in Giappone. Disastro con un livello di gravità 7, il più alto nella scala internazionale.
La scala Ines serve a valutare la gravità di un incidente nucleare così da consentire una pronta risposta in caso di disastro.
Le radiazioni hanno effetti terribili sull’uomo. Per poterle “studiare” occorre saperle misurare con gli opportuni strumenti di misura.
Dopo l’incidente nucleare a Chernobyl del 1986 un progetto di Legambiente Solidarietà, coordinato da Massimo Bonfatti.
Adolfo Pérez Esquivel richiede la creazione di una Corte Penale Internazionale dell’Ambiente e di una Corte Europea dell’Ambiente per sanzionare e prevenire i disastri ambientali.
Dopo la decisione dell’Inghilterra di riaprire al nucleare, facciamo il punto: oggi 439 impianti nucleari sono in funzione nel mondo e 34 sono ancora in fase di costruzione, secondo lo schema dell’International Atomic Energy Agency (IAEA).