
Bolsonaro vuole fare l’italiano
Bolsonaro vorrebbe la cittadinanza italiana per evitare un arresto per crimini contro l’umanità. Ma tra Italia e Brasile c’è un trattato di estradizione.
Bolsonaro vorrebbe la cittadinanza italiana per evitare un arresto per crimini contro l’umanità. Ma tra Italia e Brasile c’è un trattato di estradizione.
Domenica 8 gennaio migliaia di persone hanno occupato i palazzi delle istituzioni a Brasilia, protestando contro il risultato delle ultime elezioni.
Sonia Guajajara guiderà il ministero dei Popoli indigeni voluto dal presidente del Brasile Lula. Anche all’Ambiente una ministra originaria dell’Amazzonia.
Mercoledì 16 novembre, alla Cop27 è stato il giorno del presidente del Brasile eletto Lula, anche se da calendario sarebbe stato quello della biodiversità. Ma la stella del presidente che assumerà l’incarico dal primo gennaio ha brillato in ogni padiglione del centro congressi di Sharm el-Sheikh. Ogni passo, ogni parola è stata accolta da una
Lula può far crollare dell’89 per cento la deforestazione nella foresta amazzonica brasiliana. Gli basterà agire come ha fatto nei suoi primi due mandati.
Lula sarà presidente del Brasile: al ballottaggio di domenica 30 ottobre ha battuto l’ex-militare di estrema destra Jair Bolsonaro, in carica dal 2018.
Sônia Guajajara è attivista, Célia Xakriabá è educatrice. Entrambe sono donne indigene e si sono conquistate un seggio al Congresso brasiliano.
Il primo turno delle elezioni in Brasile si chiude con Lula al 48,4 per cento contro il 43,3 per cento di Bolsonaro. Si va al ballottaggio il 30 ottobre.
Lula e Bolsonaro si contendono le elezioni brasiliane del 2 ottobre 2022. In gioco c’è anche il futuro della foresta amazzonica e dei popoli indigeni.
In Brasile sono scomparsi il giornalista britannico Dom Phillips e un avvocato dei popoli indigeni. Avevano ricevuto minacce di morte pochi giorni prima.