In Brasile sono scomparsi il giornalista britannico Dom Phillips e un avvocato dei popoli indigeni. Avevano ricevuto minacce di morte pochi giorni prima.
Dom Phillips, collaboratore di lunga data dal Brasile della testata britannica Guardian, e Bruno Araújo Pereira, ex funzionario del governo incaricato di proteggere le tribù incontattate del Brasile, sono scomparsi in uno degli angoli più remoti dell’Amazzonia pochi giorni dopo aver ricevuto minacce dai taglialegna e dai minatori che cercano di strappare le terre ai popoli indigeni.
I due sono stati avvistati l’ultima volta nella regione di Javari, nello stato di Amazonas, un’area caratterizzata da fiumi e alberi, vicino al confine con il Perù. Il giornalista britannico scrive da oltre 15 anni di Brasile per giornali tra cui il Guardian, il Washington Post, il New York Times e il Financial Times.
Bruno Pereira, invece, ha lavorato molti anni per la Fundação Nacional do Índio (Funai), un’organizzazione governativa responsabile della protezione dei popoli indigeni e delle loro terre. Al Funai ha svolto dapprima il ruolo di coordinatore regionale di Atalaia do Norte. Poi, nel 2018, Pereira era stato nominato coordinatore generale del Funai per i popoli incontattati e di recente aveva organizzato la più grande spedizione degli ultimi 20 anni per monitorare la loro condizione. Nel 2019 è stato rimosso dall’incarico a seguito di pressioni dal settore dell’agrobusiness e delle lobby agricole, fortemente legati al governo del presidente Jair Bolsonaro.
Lunedì 6 giugno, i leader indigeni locali hanno lanciato l’allarme dopo che i due uomini sono scomparsi durante una missione di segnalazione nella rete dei fiumi intorno alla città di Atalaia do Norte, il punto di ingresso nella riserva di Javari. Il viaggio di ritorno non sarebbe dovuto durare più di tre ore, ma nel pomeriggio era chiaro che i due avevano incontrato qualche difficoltà.
A Javari, Brasile, c’è la più alta concentrazione di popoli incontattati
La preoccupazione è alta, anche perché Bruno Pereira aveva ricevuto diverse minacce di morte per il suo lavoro cruciale al fianco degli indigeni. Nella valle Javari vivono numerosi popoli incontattati, ma negli ultimi anni quest’area ha subìto un’invasione da parte dei trafficantidi droga, un’espansione delle attività minerarie e della deforestazione illegale. Le invasioni territoriali e le violenze associate a queste attività costituiscono una grave minaccia per la sopravvivenza dei popoli indigeni dell’area.
I funzionari della polizia federale di Manaus, capitale dello stato di Amazonas, hanno dichiarato di essere al lavoro sul caso. Al contrario, l’esercito non ha ancora ricevuto ordini dal governo per unirsi alla ricerca. Sono stati organizzati anche gruppi di ricerca indipendenti da parte di attivisti e ambientalisti. Fiona Watson, direttrice del dipartimento Ricerca e advocacy di Survival International, ha affermato che “le violenze e le minacce ai popoli indigeni della valle Javari sono in aumento, in particolare da quando il Funai e altre autorità sono ormai quasi del tutto assenti dal territorio che dovrebbero proteggere. Il clima di illegalità che vige nella regione durante questo periodo pre-elettorale è molto preoccupante ed evidenzia quanto sia cruciale che il Funai metta in atto un programma di protezione efficace e sul lungo periodo”.
O indigenista Bruno Araújo Pereira e o jornalista inglês Dom Phillips estão desaparecidos na Amazônia. Estavam na região reportando invasões de terras indígenas. Phillips me entrevistou para o @guardian em 2017. Espero que sejam encontrados logo, que estejam bem e em segurança. pic.twitter.com/nuyJfmyOqr
Sotto Bolsonaro cresce l’impunità dei reati contro gli indigeni
Anche l’ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha twittato la sua preoccupazione per la coppia. “Dom Phillips mi ha intervistato per il Guardian nel 2017. Spero che vengano trovati rapidamente e che siano sani e salvi”, ha scritto Lula.
Secondo alcuni gli analisti, sotto il governo Bolsonaro la pressione verso queste figure professionali è aumentata perché i criminali e le lobby si sentono “protetti”, diventando più aggressivi. Bande sistematicamente organizzate di taglialegna, minatori e bracconieri stanno saccheggiando le foreste e i fiumi della regione nell’impunità.
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