
Brasile. La deforestazione è crollata del 68 per cento con la presidenza Lula
Da gennaio, data dell’insediamento di Lula, il Brasile ha visto un crollo della deforestazione amazzonica. L’era Bolsonaro sembra già lontana.
Da gennaio, data dell’insediamento di Lula, il Brasile ha visto un crollo della deforestazione amazzonica. L’era Bolsonaro sembra già lontana.
Per il primo maggio, il presidente brasiliano Lula annuncia due misure a favore delle fasce più povere della popolazione.
Un decisione storica che riconsegnerà le terre indigene alle comunità che da sempre le custodiscono, sottraendole alle miniere e alla deforestazione.
Il governo brasiliano ha iniziato a sfrattare i cercatori d’oro illegali, responsabili dell’emergenza sanitaria che ha colpito il popolo Yanomami.
Marina Silva, ambientalista militante e simbolo della battaglia in difesa dell’Amazzonia, è di nuovo la ministra dell’Ambiente del Brasile.
Bolsonaro vorrebbe la cittadinanza italiana per evitare un arresto per crimini contro l’umanità. Ma tra Italia e Brasile c’è un trattato di estradizione.
Domenica 8 gennaio migliaia di persone hanno occupato i palazzi delle istituzioni a Brasilia, protestando contro il risultato delle ultime elezioni.
Sonia Guajajara guiderà il ministero dei Popoli indigeni voluto dal presidente del Brasile Lula. Anche all’Ambiente una ministra originaria dell’Amazzonia.
Mercoledì 16 novembre, alla Cop27 è stato il giorno del presidente del Brasile eletto Lula, anche se da calendario sarebbe stato quello della biodiversità. Ma la stella del presidente che assumerà l’incarico dal primo gennaio ha brillato in ogni padiglione del centro congressi di Sharm el-Sheikh. Ogni passo, ogni parola è stata accolta da una
Lula può far crollare dell’89 per cento la deforestazione nella foresta amazzonica brasiliana. Gli basterà agire come ha fatto nei suoi primi due mandati.