Sono già passati tre interminabili giorni, ma la guerra in Ucraina prosegue

Al terzo giorno di guerra in Ucraina, c’è solo una richiesta: rivogliamo la pace. A dirlo sono i manifestanti che hanno invaso le città di tutto il mondo.

  • Le truppe russe sono entrate nella capitale dell’Ucraina, Kiev, dove resta in vigore il coprifuoco.
  • Sono più di 150mila gli ucraini che hanno abbandonato il paese, stando alle Nazioni Unite. Almeno 198 sono i civili rimasti uccisi.
  • Proteste contro la guerra si sono tenute in moltissime città nel mondo, da Milano a Londra, da Istanbul a Tokyo.

Mentre il resto d’Europa si svegliava terrorizzato di fronte alle immagini dell’edificio residenziale colpito da un missile nella città di Kiev, ormai violata dalle truppe russe, decine di migliaia di abitanti dell’Ucraina erano già stati costretti a lasciare le proprie case.

Kiev, guerra in Ucraina
Fortunatamente non ci sono vittime a seguito dell’attacco all’edificio residenziale di Kiev © Chris McGrath/Getty Images

In tantissimi sono scappati dall’Ucraina

Alcune ore dopo Filippo Grandi, Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha rivelato su Twitter che sono più di 150mila gli ucraini che hanno abbandonato il paese, fuggendo soprattutto in Polonia, Moldavia, Romania e Ungheria. Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ha dichiarato che sosterrà tutte le sanzioni europee nei confronti della Russia, senza bloccarne alcuna. Parlando dal confine, si è detto pronto a sostenere gli sforzi per il raggiungimento della pace. Parallelamente, aumenta il numero di sfollati all’interno dell’Ucraina stessa.

L’agghiacciante racconto di chi è rimasto

Chi è rimasto, racconta l’orrore di un conflitto che sembrava impossibile nell’epoca in cui viviamo, con le ferite ancora aperte della pandemia. L’organizzazione Save the children riporta la testimonianza di una ragazza di sedici anni: “Gli ultimi giorni sono stati molto caotici, soprattutto il 24 febbraio. Ci siamo svegliati alle 5:00 del mattino a causa degli spari e delle esplosioni. Nel giro di mezz’ora, siamo stati informati che il bombardamento era cominciato in una città vicina. Ci hanno detto che gli abitanti erano stati evacuati in un rifugio antiaereo e che, per motivi di sicurezza, anche noi dovevamo fare lo stesso. L’orrore è durato fino alle 9:00 del mattino. La nostra speranza è che ora il silenzio duri il più a lungo possibile”.

“Risparmiate almeno la popolazione civile”. L’appello della Croce Rossa

Anche il Comitato internazionale della Croce Rossa si è unito alle voci di chi chiede la tutela della popolazione civile. Stando ai dati diffusi sabato mattina dal ministero della Salute ucraino, almeno 198 civili sono morti (inclusi tre bambini) e 1.115 sono rimasti feriti (33 i bambini). Nella città di Donetsk manca l’acqua perché i bombardamenti hanno danneggiato uno dei sistemi di approvvigionamento idrico che riforniva le case. Risulta difficile anche reperire del cibo.

Kiev, guerra in Ucraina
Un civile, membro di una unità di difesa territoriale, in un rifugio antiaereo a Kiev © Chris McGrath/Getty Images

Le manifestazioni per la pace in tutto il mondo

Proteste contro la guerra si sono tenute in moltissime città del Pianeta, da Milano a Londra, da Istanbul a Tokyo. Nel capoluogo lombardo migliaia di persone hanno marciato in un lunghissimo corteo da largo Cairoli al Duomo. Russi, ucraini, italiani e tutti i rappresentanti del melting pot milanese si sono uniti per chiedere la pace, sventolando le bandiere. La paura è tanta, come la voglia di far sapere al popolo ucraino che non è solo.

Il coprifuoco a Kiev

Nonostante il ministero della Difesa russo abbia ordinato all’esercito di allargare l’offensiva in Ucraina “da tutte le direzioni”, l’avanzata delle forze armate si è temporaneamente rallentata, probabilmente a causa di gravi difficoltà logistiche e della forte resistenza ucraina. Lo sostiene il ministero della Difesa britannico, nei suoi aggiornamenti dell’intelligence. Gli hacker di Anonymous hanno bloccato molti siti russi, tra cui quello del Cremlino. I paesi baltici, la Romania e la Repubblica Ceca hanno chiuso i propri spazi aerei alle compagnie russe. A Kiev, dove il coprifuoco resterà in vigore fino alle 8:00 di lunedì (ora locale), sono calate le tenebre, ma nei cuori spezzati delle persone c’è ancora posto per sperare che ritorni la luce.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

L'autenticità di questa notizia è certificata in blockchain. Scopri di più
Articoli correlati
Transnistria, la polveriera che rischia di esplodere al di là del fiume

Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulla guerra in Ucraina, pochi chilometri più ad ovest c’è una polveriera che rischia di esplodere. È l’autoproclamata Repubblica Moldova di Transnistria, patria di secessionisti che da più di trent’anni continuano ad aggrapparsi ai resti del sogno sovietico.