The Jam – Sound Affects

Nel novembre del 1980, quando Ronald Reagan veniva eletto Presidente degli Stati Uniti, la band di Paul Weller, Bruce Foxton e Rick Buckler pubblicava Sound Affects, il quinto disco, dopo aver passato alcuni mesi in studio. E il risultato è a dir poco incandescente: un lavoro in bilico tra la lezione post punk, la matrice

Nel novembre del 1980, quando Ronald Reagan veniva eletto
Presidente degli Stati Uniti, la band di Paul Weller, Bruce Foxton
e Rick Buckler pubblicava Sound Affects, il quinto disco, dopo aver passato alcuni
mesi in studio. E il risultato è a dir poco incandescente:
un lavoro in bilico tra la lezione post punk, la matrice dei
fratelli Davies, l’insegnamento beatlesiano di Revolver e la
tensione verso il futuro di una formazione pietra miliare per le
generazioni di artisti britannici a venire. I risultati diventano
tangibili in brani come Start!, sviluppato intorno al giro di basso
mutuato da Taxman di George Harrison o That’s Entertainment, con un
riff talmente incisivo da porsi subito quale modello.

La carica espressiva della formazione, a soli tre anni dal debutto
con In The City, non sbiadisce in vitalità e freschezza ma
anzi si carica di perizia espressiva. Persino nei testi, Weller
abbandona gli affreschi del quotidiano anglosassone per volgere lo
sguardo all’interno di sé, catturato dalle visioni oniriche
e romantiche di William Blake e Percy Bysshe Shelley, accanto a uno
sguardo sulla realtà sempre più disincantato, dovuto
al tormentato clima sociale e politico del tempo.

A 30 anni dalla pubblicazione, l’inconfondibile collage pop della
cover nasconde una versione deluxe che comprende due dischi: uno
con l’album rimasterizzato in digitale e un altro con 22 bonus
track, tra demo, b-side e versioni alternative di canzoni come Boy
About Town o un’interamente strumentale Scrapeaway. Non mancano gli
inediti, 8 per l’esattezza, tra i quali il demo di Pretty Green o
ancora l’omaggio ai Kinks con Waterloo Sunset, in grado di spedire
in orbita per il solo connubio tra le due divinità. A
corredo di tutto, un booklet completo di rare foto e di
un’intervista al frontman. Questa ristampa conferma insomma
l’attualità di un disco su più fronti: per chi il
sound dei Jam lo sente nelle vene, per i molteplici adepti del
Modfather, influenzati in modo più o meno esplicito dalla
sua opera e, non ultimo, per lo stello Paul Weller.

Proprio lui non solo ha più volte ricordato Sounds Affects
quale il miglior disco dei Jam e suona ancor oggi molte delle
tracce in esso contenute ma, intento a registrare il suo Wake Up
The Nation, era affiancato da un Simon Dine che si è
ispirato proprio a questo album nel lavorare sui suoni. Poco male
se i Jam si sarebbero sciolti solo un paio d’anni dopo: qui si
è di fronte a un classico, spogliando la parola di tutto
quanto d’impolverato implica.

Samantha Colombo

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