Venezia, le proteste dei cittadini contro le grandi navi

Più di duemila persone si sono radunate in laguna di Venezia contro il passaggio delle navi da crociera da decine di migliaia di tonnellate: un danno per la città, l’ambiente e la sicurezza.

Erano barche piccole, non quelle da quindici piani di altezza e decine di migliaia di tonnellate di peso che ogni giorno entrano in Laguna, ma sono riuscite a fare lo stesso il giro del mondo. Il 25 settembre la manifestazione di duemila cittadini veneziani, organizzata dal comitato No grandi navi in coordinamento con molti altri comitati cittadini, ha avuto eco sulla stampa di tutta Europa. Forse per la prima volta dall’inizio della protesta, nel 2012, contro il passaggio delle navi da crociera di dimensioni enormi davanti a San Marco e lungo il canale della Giudecca. Una protesta che, evitando blocchi navali, ha assunto i toni giocosi di un giorno di festa: cittadini in piazza, barche private in acqua agghindate a velieri di pirati, perfino concerti con protagonisti Eugenio Finardi e Oliver Skardy dei Pitura Freska.

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La protesta del 25 settembre contro le grandi navi che transitano a Venezia © Fabrizio Di Nucci/NurPhoto via Getty Images

Una battaglia per l’ambiente e la sicurezza

Il comitato si è detto “convinto che oggi sia possibile vincere la battaglia per l’estromissione delle gigantesche crociere dalla Laguna. Sconfiggere definitivamente altre folli e devastanti ipotesi interne alla Laguna che vengono riesumate ciclicamente come ad esempio l’ipotesi di portare le grandi navi a Marghera”. Ipotesi che prevede enormi scavi dannosissimi e inquinanti e non estrometterebbe le grandi navi dalla laguna. Una battaglia che non finisce qui (sono già in programma altre iniziative) e che non ha come motivazione alla base solo quella di restituire ai cittadini una città che da anni è ormai preda del turismo, ma che riguarda anche e soprattutto delicate questioni ambientali e di sicurezza: lo stesso Fondo per l’ambiente italiano (Fai) spiega infatti che “il timore di tutti, molto più che fondato, è che lo spostamento delle masse d’acqua provocato dal passaggio delle navi gigantesche vada a erodere le fondamenta degli edifici, aggravi l’inquinamento e metta a rischio l’equilibrio dei fondali marini. Oltre naturalmente a sovrastare i palazzi e i monumenti, oscurandone la bellezza e alterando il panorama della città”.

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Più di duemila persone hanno partecipato alla manifestazione contro le grandi navi a Venezia © Fabrizio Di Nucci/NurPhoto via Getty Images

Una vicenda tra politica e giustizia

La questione è al centro ormai da oltre quattro anni di un dibattito politico e giuridico molto intricato: nel 2012 il decreto Clini-Passera aveva vietato il transito nel canale di San Marco e nel canale della Giudecca delle navi adibite al trasporto di merci e passeggeri superiori a 40mila tonnellate di stazza lorda, ma la decisione era stata ribaltata dal Tar nel 2014.

L’Unesco ha manifestato la propria preoccupazione per lo stato in cui versa la laguna: il comitato internazionale ha dato una sorta di ultimatum all’amministrazione comunale, chiedendo di mettere mano proprio al flusso delle grandi navi, al traffico acqueo e ai flussi turistici attualmente incontrollati. Altrimenti Venezia rischia l’inserimento nella lista dei siti a rischio, che è l’anticamera della cancellazione dai siti considerati patrimonio dell’umanità.

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