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In Svizzera, nella Valle Onsernone, c’è un piccolo paese, Vergeletto, dove tra le case di pietra si sente profumo di pop corn. Viene dal vecchio mulino dove si macina la farina di mais, un’attività che risale all’inizio del 20esimo secolo e che ora, grazie a un tenace maestro elementare, è stata riscoperta.
Pensando alla prossima estate, c’è un richiamo a cui non potete resistere, quello della Svizzera: in questa terra pacifica fatta di vallate, boschi, aria pura e acque cristalline “la natura ti rivuole”, ci rivuole indietro, ci chiede di abbandonare strade trafficate ed email a cui rispondere, per immergerci nel suo lato più selvaggio e connetterci con la sua riposante tranquillità. Immaginate di trovarvi a tu per tu con uno stambecco sopra il lago di Thun, di imparare a fare il formaggio Gruyère ai piedi del Moléson o di partecipare alla raccolta dell’assenzio nella Val de Travers; ancora, di pescare sul lago di Costanza, di scoprire un deserto di rocce nella Biosfera dell’Entlebuch o di attraversare i cantoni Ticino e Uri a bordo del nuovo Gotthard Panorama Express. “My Swiss Experience” è il portale di Svizzera Turismo dove potrete trovare oltre 700 attività autentiche da vivere in compagnia di esperte guide locali.
Avventurandoci tra le valli svizzere, torneremmo a dare del tu alla natura, riconoscendola nei colori dei fiori, dell’erba, nelle sagome degli animali e delle case, nei profili dei pascoli. E anche tutti i profumi sono quelli che ci aspetteremmo: quello delle stalle, del fieno, del latte crudo. Tuttavia ce n’è uno che ci sorprenderebbe davvero, quello del pop corn. È un profumo che riempie l’aria di Vergeletto, nella Valle Onsernone (Ticino): qui, tra le case di pietra del piccolo paese, c’è un vecchio mulino dove si macina il mais e si produce la farina bóna. E questa è una storia antica che merita di essere raccontata.
L’alimento quotidiano degli abitanti di questo paese era sempre stata la segale, ma ad un certo punto, all’inizio del 20esimo secolo, nella valle arrivò una nuova materia prima, il mais. Fu allora che a una mugnaia del luogo, Nunzia Terribilini, venne l’idea di tostare i chicchi fino a farne scoppiare un terzo (ed ecco il profumo di pop corn) e di macinare poi il tutto per ottenere una nuova e speciale farina, la farina bóna (buona). Nel 1957 Nunzia morì portandosi con sé i segreti della preparazione della farina e il mulino restò fermo per molti, moltissimi anni, fino a quando, nel 1991, un restauro diede nuova vita alla ruota e, insieme, resuscitò anche i ricordi dell’attività di un tempo.
https://youtu.be/ED2TGAmx8Lg
Ed ecco che, tre anni fa, un maestro elementare, grazie a un progetto scolastico, riesce a far ripartire la produzione di farina di mais di Vergeletto, l’unica in tutta la Svizzera. Oggi Ilario Garbani è un mugnaio a tempo perso: è impegnato a scuola, ma quando c’è molto acqua, la ruota gira sempre e lui non può allontanarsene: “Solo quando la farina scorre come un filo di seta, il mulino è regolato correttamente e io posso riposare o dedicarmi ad altri lavori”. Ogni martedì o su prenotazione di gruppi, Ilario organizza anche un tour del paese in cui racconta (con passione, fierezza e con l’inconfondibile accento ticinese) la storia della farina a partire dal suo laboratorio.
Se un tempo questo prodotto, mischiato ad acqua, vino o latte era il principale nutrimento per i poveri, oggi Ilario produce la farina per dettaglianti o rinomati cuochi che vogliono un ingrediente dolce e senza glutine per preparare, ad esempio, gelato sablé, salse e crêpes. Che ne dite, non vi è venuta voglia di scoprire il mulino, provare a macinare la farina e portarvi a casa anche voi un sacchetto che profuma di pop corn?
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