Luigi Veronelli, poligrafo, gourmet, filosofo del vino

Il famoso enograstronomo si 

Difficilissimo sottrarsi alla retorica nel ricordare, l?operato
poliedrico di giornalista, poligrafo, scrittore, editore, di Luigi
Veronelli. Con Veronelli scompare difatti l?autentico inventore
dell?enogastronomia in Italia, l?uomo di cultura che ha
letteralmente dato dignità al discorso sui cibi, sui vini,
sulla cultura materiale attraverso una serie vastissima di
articoli, libri, fortunate e innovative trasmissioni televisive RAI
(basta citare A tavola alle sette, con Ave Ninchi, o il magnifico
Viaggio sentimentale nell?Italia dei vini che nel 1979 tenne a
battesimo il lancio della terza Rete), che hanno educato legioni di
appassionati e portato cuochi, vignaioli, sommelier, a prendere
coscienza del proprio valore e della dignità di alto
artigianato del loro lavoro.

Tutti noi che scriviamo di vino dobbiamo dire un grosso grazie a
?Gino? Veronelli per aver tracciato una strada inedita e per lo
splendido esempio che, soprattutto nella prima fase della sua lunga
attività di enogastronomo, quando è stato davvero un
pioniere che ha esplorato a tappeto (basta ricordare le sue
garzantiane Guide all?Italia piacevole) e ha narrato in maniera
unica la grandezza della civiltà contadina e della buona
tavola, la ricchezza, per lungo tempo inesplorata, della
viticoltura di casa nostra, ha offerto.
Veronelli ha davvero fatto più di qualsiasi altro
giornalista, grazie al suo particolare, immaginifico linguaggio,
alla sua energia, per rendere il vino italiano adulto e
protagonista, e dall?alto del suo meditato approccio al vino e alla
sua descrizione, ha spinto legioni di produttori a perseguire
caparbiamente la via della qualità, a percorrere vie nuove,
a fare in modo che l?enologia e la viticoltura del Bel Paese si
liberassero da assurdi complessi di inferiorità nei
confronti della Francia e valorizzassero appieno tutte le loro
(enormi) potenzialità.

Lo ha fatto, nel corso di quasi cinquant?anni di
attività, con mille iniziative, editoriali, giornalistiche,
quasi sempre generose e dettate dall?istinto e dalla passione, e
anche quando non perfettamente riuscite, o discutibili
(perché non tutto in Veronelli, soprattutto nell?ultimo
Veronelli, è stato condivisibile, e questo va detto
chiaramente, e WineReport l?ha fatto più volte, per non
indulgere in una santificazione che l?avrebbe seriamente
imbarazzato e che non è giusta), o contraddittorie, dettate
da un amore del vino e della cucina, dei suoi protagonisti (molti
dei quali innalzati al rango di personaggi dalla sua penna)
inesauribile. Veronelli lascia in ognuno di noi, che l?abbiamo
conosciuto, un grande ricordo, per la sua straordinaria
umanità, per aver posto il vino al centro del nostro
universo e per averci regalato l?idea di un ?mestiere? che solo la
sua fantasia avrebbe potuto inventare.

Franco Ziliani
www.winereport.com

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