Wildlife Photographer of the Year 2025: la potenza della natura al Natural History Museum di Londra

Ogni anno, il concorso celebra la meraviglia e la fragilità del pianeta attraverso le immagini più straordinarie della fotografia naturalistica mondiale.

I vincitori dell’edizione 2025

Per la 61esima edizione, tra oltre 60.000 immagini provenienti da 113 Paesi, la giuria internazionale ha premiato il fotografo sudafricano Wim van den Heever come vincitore assoluto con Ghost Town Visitor (“Visitatore della città fantasma”): una iena bruna che si aggira tra i resti di una città mineraria abbandonata in Namibia, potente simbolo della natura che si riappropria degli spazi umani.

Ghost Town visitor, Wim van den Heever, vincitore Wildlife Photographer of the Year 2025 , ©Wim van den Heever /Wildlife Photographer of the Year

Il titolo di Young Wildlife Photographer of the Year 2025 è andato invece all’italiano Andrea Dominizi, primo connazionale a ottenere il riconoscimento nella categoria giovani, per After the Destruction (“Dopo la distruzione”), un piccolo coleottero tra i resti di un’area disboscata sui Monti Lepini: una metafora visiva della perdita di habitat e della resilienza della vita.

After the destruction, Andrea Dominzi, Vincitore Young Wildlife Photographer of the Year 2025, ©Andrea Dominzi /Wildlife Photographer of the Year

Tra gli altri premiati spiccano Philipp Egger, vincitore nella categoria Ritratti di animali con Shadow Hunter, e Fernando Faciole, insignito dell’Impact Award 2025 per Orphan of the Road, struggente testimonianza di speranza e conservazione.

Un racconto globale tra arte e scienza

Le cento fotografie selezionate rivelano la straordinaria varietà e vulnerabilità della vita sul pianeta. Ogni immagine è accompagnata da testi e note degli autori che raccontano il contesto, la tecnica e la visione dietro lo scatto, trasformando la mostra in un viaggio di conoscenza.

Quest’anno il Wildlife Photographer of the Year integra per la prima volta i dati del Biodiversity Intactness Index (BII), sviluppato dal Natural History Museum per misurare la salute della biodiversità globale: un segno concreto di come il concorso unisca bellezza visiva e rigore scientifico nel promuovere consapevolezza ambientale.

Come ricorda Roberto Di Leo, presidente di Radicediunopercento, “la bellezza della natura è un linguaggio universale, capace di educare, emozionare e ispirare azioni concrete per il futuro del pianeta.

L’approdo italiano: alla Permanente di Milano con Radicediunopercento

Dopo il debutto londinese, l’esposizione arriverà anche in Italia, grazie all’organizzazione di Radicediunopercento, realtà culturale milanese che da oltre quindici anni porta il concorso nel nostro Paese.
Dal 15 novembre 2025 al 25 gennaio 2026, il Museo della Permanente di Milano ospiterà le cento immagini premiate, in un allestimento immersivo e accessibile che riproduce la magia dell’esperienza londinese.

L’edizione italiana proporrà anche laboratori, visite guidate e serate d’autore con grandi nomi della fotografia naturalistica, come Marco Colombo, Pietro Formis, Luca Eberle e Francesco Tomasinelli, oltre a strumenti inclusivi come le audiodescrizioni “DescriVedendo” per persone con disabilità visiva.

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