Lo zero termico ha superato i 5.000 metri d’altitudine

In alcuni punti delle Alpi italiane lo zero termico è stato registrato a 5.328 metri d’altitudine il 21 agosto, su quelle svizzere a 5.298 metri.

Lo zero termico è stato registrato al di sopra dei 5.000 metri di altitudine in alcune zone delle Alpi. La stazione di radiosondaggio Novara Cameri ha registrato nella notte tra il 20 e il 21 agosto lo zero termico all’altitudine di 5.328 metri.

Lo stesso giorno la stazione di radiosondaggio di Payerne, in Svizzera, ha registrato l’altitudine dello zero termico a 5.298 metri, un record dall’inizio delle misurazioni nel 1954 secondo Meteo Swiss. La radiosonda (una sorta di “palloncino” meteorologico) ha dovuto infatti raggiungere un’altezza superiore ai 5.000 metri per trovare una temperatura dell’aria pari agli zero gradi.

Cos’è lo zero termico

Lo zero termico è la quota sopra la quale le temperature rimangono sempre sotto lo zero. Si tratta di un parametro significativo soprattutto in montagna, perché i suoi cambiamenti per un periodo prolungato di tempo hanno effetti sui ghiacciai, sulla vegetazione, il livello della neve, i cicli dell’acqua e, quindi, sugli ecosistemi vegetali, animali, ma anche umani.

Sulle rilevazioni (e soprattutto le dichiarazioni di nuovi record) dei giorni scorsi fa però una puntualizzazione Renato Colucci, glaciologo del Cnr e presidente della Società meteorologica alpino-adriatica. Secondo Colucci bisogna infatti ricordare che lo zero termico indica la quota oltre la quale le temperature non sono mai positive, ma questo non significa che sotto questa quota le temperature siano sempre positive. Prendendo il caso delle rilevazioni del radiosondaggio di Novara Cameri si nota infatti che i primi valori di temperatura vicini allo zero sono intorno ai 4.500 metri di quota, per poi rialzarsi appena sopra ai 5.000 e infine scendere sotto lo zero definitivamente dopo i 5.328 metri. Una spiegazione importante che inserisce i dati nel contesto, perché non passi l’informazione che “fino a 5.328 metri è tutto sopra lo zero, e quindi che non vi è un solo punto delle nostre Alpi (la cui quota massima è rappresentata dai 4.810 m della cima del monte Bianco) che registri una temperatura negativa”, scrive. Questo non vuole sminuire la situazione in cui ci troviamo, ma al contrario dare proprio quella validità scientifica che fin troppo spesso fatica a passare tra sensazionalismi, allarmismi e, alla fine, negazionismi.

Le rilevazioni dello zero termico della stazione di radiosondaggio Novara Cameri, il 21 agosto 2023
Le rilevazioni dello zero termico della stazione di radiosondaggio Novara Cameri, il 21 agosto 2023 © Renato Colucci/Società meteorologica alpino-adriatica

Il caldo estremo nell’emisfero boreale

Questa mattina la stazione meteorologica più alta d’Europa, la Capanna Margherita a 4.554 metri d’altitudine e gestita da Arpa Piemonte, misurava quasi 9 gradi alle 10 di mattina. Questo è un altro sintomo dell’ennesima ondata di calore estremo che sta colpendo l’emisfero boreale, che ha esacerbato incendi, alluvioni e eventi meteo estremi e che in questi giorni sta colpendo numerose città con temperature significativamente elevate. E anche l’arco alpino sta registrando temperature sopra lo zero per diverse ore consecutive a quote elevate, ponendo in una situazione di sofferenza i ghiacciai.

La Capanna Margherita ospita la più alta stazione meteorologica d’Europa, a 4.554 metri, gestita da Arpa Piemonte

Luglio è stato il mese più caldo mai registrato sulla Terra, e gli scienziati avvertivano che durante l’estate ci sarebbero stati diversi record di temperatura, complice anche il fenomeno del Niño, fenomeno naturale per cui la superficie dell’Oceano pacifico centrale e orientale si scalda.

Proprio a fine luglio il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres aveva affermato duramente che l’era del riscaldamento globale è finita, ed è iniziata l’era dell’ebollizione globale. E che la finestra per agire si sta restringendo.

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