
Vida Diba, mente di Radical voice, ci parla della genesi della mostra che, grazie all’arte, racconta cosa significhi davvero la libertà. Ed esserne prive.
Una donna non vuole lasciare la sua terra nelle Ande peruviane nonostante le pressione di chi vuole espandere una delle miniere d’oro più grandi del mondo, nel documentario Aguas de Oro.
Máxima Acuña Chaupe ha rughe profonde, una piccola statura e una volontà granitica. Vive a 4200 metri nelle Ande peruviane e nel cuore del Conga, il progetto per espandere la miniera d’oro più grande dell’America Latina, Yanacocha, proprietà della società statunitense Newmont.
Máxima ha un sogno, quello di continuare a vivere tra le sue montagne. Ma le ambizioni della Newmont si oppongono a quelle della piccola peruviana dal cuore grande. E cioè accaparrarsi le terre di Máxima, che servono per espandere la miniera.
In gioco c’è la sopravvivenza dell’ecosistema andino. Ed è per questo che Máxima è determinata a non lasciare la sua terra, nonostante le violenze fisiche e psicologiche che quotidianamente subisce.
La storia di Máxima Acuña Chaupe è stata raccontata da Simona Carnino in un videoreportage, Aguas de Oro, presentato il 7 ottobre al festival Cinemambiente di Torino. È stato realizzato in collaborazione con l’ong torinese Mais che promuove lo sviluppo sostenibile e partecipativo delle popolazioni e con il patrocinio di Amnesty International. Ha vinto il primo premio del progetto europeo Dev Reporter Grant, un bando concepito per favorire l’informazione sullo sviluppo e la cooperazione internazionale.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Vida Diba, mente di Radical voice, ci parla della genesi della mostra che, grazie all’arte, racconta cosa significhi davvero la libertà. Ed esserne prive.
L’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva (Unfpa) e il gruppo Prada hanno lanciato un programma di formazione per le donne africane.
Amnesty International ha pubblicato un manifesto elettorale in 10 punti rivolto ai partiti italiani: “I diritti umani non sono mai controversi”.
Si tratta di Zahra Seddiqi Hamedani ed Elham Choubdar colpevoli, secondo un tribunale, di aver promosso la “diffusione della corruzione sulla terra”.
Dal 2 al 4 settembre Emergency ricorderà che la pace è una scelta realmente perseguibile a partire dalla conoscenza e dalla pratica dei diritti umani.
Il Comune di Milano lo faceva già ma smise, attendendo una legge nazionale che ancora non c’è. Non si può più rimandare: si riparte per garantire diritti.
Le persone transgender hanno ora il diritto alla piena autodeterminazione a Milano grazie al primo registro di genere in Italia.
In Somalia un gruppo di coraggiose giornaliste somale ha deciso di aprire una redazione interamente femminile, Bilan, sfidando gli stereotipi.
Era un attivista per il clima e si chiamava Wynn Bruce. Si è dato fuoco per protesta a Washington.