
Nauru si prepara a estrarre terre rare dai fondali oceanici
Lo stato insulare di Nauru vuole risollevare la propria economia con l’estrazione di terre rare dai fondali. Ma l’impatto ambientale è tutto da verificare.
Lo stato insulare di Nauru vuole risollevare la propria economia con l’estrazione di terre rare dai fondali. Ma l’impatto ambientale è tutto da verificare.
Impatti ambientali troppo pesanti: il governo di Santiago del Cile ha deciso di non approvare una nuova miniera, e un porto annesso.
Una capsula contenente cesio 137, dunque altamente radioattiva, è andata smarrita in Australia durante il trasporto da una miniera della società Rio Tinto alla città di Perth.
La Cina detiene il 70% dei diritti di estrazione nelle miniere della Repubblica Democratica del Congo. La popolazione lotta contro l’inquinamento.
Tra il 2000 e il 2019 le miniere hanno provocato la distruzione di 3.264 chilometri quadrati di foreste tropicali, per la metà in Indonesia.
I colossi cinesi hanno messo gli occhi sui preziosi giacimenti di ferro nei mondi Simandou, in Africa occidentale. Il governo ha bloccato momentaneamente il progetto, ma non per motivi ambientali.
La Svezia ha dato l’ok per un controverso progetto minerario che mette a rischio l’habitat delle renne e bloccherà i percorsi di transumanza.
Gli indigeni Nahua vincono la loro battaglia legale. Lo stato messicano ha il dovere di interpellarli prima di dare in concessione i loro territori.
Dopo anni di declino della popolazione, l’Australia rurale ha fatto segnare un’inversione del trend. C’entra la pandemia, ma anche le iniziative di villaggi come Quilpie.
In Serbia migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro un governo che appare troppo vicino agli interessi dei colossi minerari stranieri.