
“Oggi, come vostro re e membro del governo, chiedo scusa in prima persona”, ha detto il re nel giorno che commemora l’abolizione della schiavitù olandese
Il film di Al Gore che lancia un grido d’allarme al mondo intero circa i cambiamenti climatici è stato un successo al botteghino, il terzo in assoluto nella storia del box office, tra i documentari.
Perfino Madonna ha dovuto inchinarsi ad Al Gore, che nella
“documentary charts” Usa ha battuto tutti. Da maggio 2006 al 21
novembre quand’è uscito in Dvd, ora si rilancia qui in
Europa. In Italia, dal 19 gennaio.
Questo film di Al Gore è stato un blockbuster
negli Stati Uniti: il terzo in assoluto nella storia del box
office, tra i documentari.
Circa 3 milioni di americani l’hanno visto. Sfortunatamente,
meno dell’1% della popolazione, e molti, tra questi, certamente
già nel campo di Gore. Altri avranno staccato il biglietto
in segno di spregio contro la politica di Bush.
Ma oggi questi numeri valgono molto. Conta che questa attraente
e splendidamente prodotta “video lezione” rafforza davvero i
sentimenti di chi già ha una sensibilità
ambientalista, convince chi è scettico, e simbolicamente fa
entrare, per la prima volta nella storia della politica
internazionale, il tema dell’ambiente in una campagna
elettorale.
E lo fa entrare in scena, al centro.
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