Nelle auto cinesi c’è amianto: indaga Guariniello

Le auto importate dalla Cina pare che contengano parti di amianto. Si tratterebbe di vetture della Great Wall (quella che era stata accusata da Fiat di aver clonato la Panda). Questo è il nuovo fronte di accertamenti, per ora in fase preliminare, avviato dalla procura di Torino. Al centro vi sono un paio di modelli prodotti

Le auto importate dalla Cina pare che contengano parti di amianto. Si tratterebbe di vetture della Great Wall (quella che era stata accusata da Fiat di aver clonato la Panda). Questo è il nuovo fronte di accertamenti, per ora in fase preliminare, avviato dalla procura di Torino.

Al centro vi sono un paio di modelli prodotti dalla Great Wall Motors, la più grande casa automobilistica della Cina, che da anni importa i propri veicoli low-cost in Italia.

L’amianto, secondo le prime informazioni raccolte dal pm Raffaele Guariniello, è annidato in parti come le guarnizioni della linea di scarico. Il magistrato valuta se è possibile procedere per violazione della legge del 1992 che vieta l’importazione di prodotti con amianto.

Il caso non è nuovo. Nel 2012 le autorità australiane hanno richiesto di effettuare un richiamo di auto importate dalla Cina appartenenti alle aziende Great Wall e Chery, perché pare che per la loro costruzione sia stato utilizzato l’amianto. Cosa ancora più grave, la Chery dichiarò che l’utilizzo di amianto nelle unità di esportazione era stato “un errore”, cosa da cui si deduce che intanto in Cina si continui a usare amianto per alcuni componenti delle automobili. Il nome Chery non dice molto agli italiani, ma è l’industria che dà i pezzi all’italiana Dr, la quale poi li assembla in Italia.

In Italia, proprio in quel periodo, la stessa Great Wall Motors ha mandato lettere ad alcuni suoi clienti informandoli che la macchina da loro acquistata doveva essere portata presso un concessionario autorizzato “perché nell’autovettura sono presenti guarnizioni nella linea di scarico che contengono fibre di asbesto (amianto)”. Ci si poteva quindi chiedere anche dove e come poi furono smaltite queste guarnizioni che rientrano addirittura nel campo dell’ amianto friabile, tra l’altro smontate e trattate da meccanici presumibilmente poco formati sul problemi e procedure.

Come previsto dalla legge dal 1992 non solo è vietato l’uso di amianto in Italia (l. 257 del marzo 1992 con le modifiche apportate dalla legge 24 aprile 1998, n. 128, dalla legge 9 dicembre 1998, n. 426, dal decreto-legge 5 giugno 1993, n. 169 e dal decreto-legge 1 ottobre 1996, n. 510 ) ma i termini e le procedure per la sua dismissione erano e sono ferrei. Inoltre sono vietate l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto, o di prodotti contenenti amianto.

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