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“Senzienti”, primo libro della zoologa Jackie Higgins, è una riflessione su come ciascun essere senziente ci insegni a vedere il mondo con occhi diversi.
“A mia madre, che mi ha trasmesso il suo senso della meraviglia”. Già la dedica con cui la zoologa Jackie Higgins ha scelto di aprire il suo primo libro colpisce piacevolmente l’autrice di questa recensione, che deve alla propria nonna la capacità di meravigliarsi per ogni più piccolo regalo della natura, dai vivaci colori delle cinciallegre all’inconfondibile profumo della resina. Il senso della meraviglia è solo uno dei tanti sensi che non rientrano tra i cinque più conosciuti. “Senzienti” – questo il titolo del libro, edito in Italia da Longanesi – è un viaggio alla scoperta dei nostri sensi, da quelli più conosciuti a quelli che neppure sapevamo di possedere, che troviamo amplificati negli animali classificabili come “primatisti sensoriali”. È un viaggio avvincente che porta il lettore in giro per il globo e lo invoglia a procedere speditamente, tappa dopo tappa, capitolo dopo capitolo, per scoprire tutte le specie che lo aspettano lungo il percorso.
Per evitare di privare lettori e lettrici dell’effetto sorpresa, citiamo solo alcune di queste specie: la canocchia pavone, i cui occhi vantano dodici tipi di fotorecettori deputati alla visione del colore; il “Doli” (Dolichopteryx longipes), un pesce abissale dotato di quattro retine che riesce a vedere nelle profondità dell’oceano, e che ci ricorda come gli esseri umani mettano raramente alla prova la loro visione notturna. Eppure, come ci insegna l’allocco di Lapponia, c’è anche il nostro udito a guidarci nell’oscurità e a permetterci di esplorare l’ambiente circostante attraverso i suoni, o meglio, i paesaggi sonori. Ci sono il tatto e l’olfatto: quanti di noi associano il ricordo di una persona, un luogo o un momento a un odore che conserveranno per sempre nella loro memoria?
Con il libro di Higgins, la scienza prende vita. Ogni capitolo è come una rivelazione. Colpisce il lavoro della zoologa, che ha raccolto i risultati di una serie di ricerche scientifiche, come tasselli di un puzzle che alla fine si rivela in tutto il suo splendore; un quadro che celebra la bellezza di tutte le specie che popolano questo Pianeta – comprese quelle meno conosciute e apprezzate, come un pipistrello capace di spiegarci il significato dell’altruismo o un ragno capace di svelarci i segreti dei ritmi circadiani.
“Ho inserito volutamente in ‘Senzienti’ animali che la gente tende a evitare, nella speranza di sconfiggere i pregiudizi. Così, oltre a svelare la magia di falene e ragni, mi è piaciuto scrivere del lato premuroso, generoso e altruistico del pipistrello vampiro comune”, spiega Higgins alla redazione di LifeGate. “Questo libro è il mio tentativo di ‘cambiare le carte in tavola’. Di solito ci si domanda se le specie animali diverse dalla nostra siano senzienti. Con il mio libro, invece, ho deciso di guardare ad altre specie che potessero fare luce sulla nostra stessa senzienza. Ho scelto animali che potessero rivelare qualcosa di sorprendente riguardo a come percepiamo il mondo, e migliorare la nostra comprensione di cosa significhi essere umani”.
Aveva ragione, il poeta Fernando Pessoa: “Ciò che vediamo non è quello che guardiamo, ma quello che siamo”. Pensandoci bene, la nostra esperienza non corrisponde alla realtà, perché abbiamo esperienza unicamente di ciò che percepiamo. Il lavoro di Higgins ci invita a riflettere sul fatto che ciascun essere senziente con cui condividiamo il Pianeta ci offre un’interpretazione diversa del nostro modo di percepire – e perfino di comprendere – il mondo.
“Quando l’antropocentrismo ci pone al centro dell’universo e dà priorità ai nostri interessi rispetto a quelli di tutti gli altri esseri senzienti, inevitabilmente dà priorità anche alla nostra visione del mondo, al nostro Umwelt. La consapevolezza che esistono molti altri Umwelten rivela quanto la nostra prospettiva sia ristretta e tutt’altro che universale. Al contrario, l’antispecismo mette in discussione ogni visione gerarchica e promuove l’uguaglianza tra tutti gli esseri senzienti: se puntiamo all’uguaglianza, è nostra responsabilità esplorare e conoscere i diversi Umwelten possibili”, continua la zoologa.
Ampliare i nostri orizzonti ha molti vantaggi. Da un lato, solo mettendoci nei panni di un altro animale possiamo comprendere i suoi bisogni, capire se stiamo mettendo a rischio la sua vita e imparare a proteggerlo. Dall’altro, “una volta che modifichiamo la nostra visione del mondo, anche la scena più ordinaria che si presenta davanti a noi si riempie di possibilità e di promesse: il nostro mondo è molto più ricco di quanto possiamo immaginare”, conclude Higgins.
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