Biologico

Biologico e biodinamico nelle vigne

Nicolas Joly è uno di questi: egli opera in biodinamica, una pratica ancora più intransigente della biologica. Nelle sue vigne della Loira, nell’ovest francese, dalle quali tutti i re di Francia passarono proprio per la generosa fecondità, Joly produce vini bianchi con uva di Chenin blanc. E’ senz’altro il produttore di vino biodinamico più rappresentativo,

Nicolas Joly
è uno di questi: egli opera in biodinamica, una pratica ancora
più intransigente della biologica. Nelle sue vigne della
Loira, nell’ovest francese, dalle quali tutti i re di Francia
passarono proprio per la generosa fecondità, Joly produce
vini bianchi con uva di Chenin blanc. E’ senz’altro il produttore
di vino biodinamico più rappresentativo, per il suo ritorno
alle terre degli avi dopo un’esperienza nella finanza newyorkese e
per la sua opera di divulgazione e formazione di altri produttori
all’insegna della biodinamica e della filosofia steineriana.

La viticoltura e l’enologia nell’ambito del biodinamico vivono
di quella energia che dovrebbe essere tutt’uno con gli sforzi del
vignaiolo. La concimazione del terreno nelle vigne avviene con il
rifiuto sistematico dell’utilizzo di sostanze diserbanti, pesticidi, ingrasso di sintesi
chimica. Viene talvolta applicato l’antico credo che ritiene i
cinque ettari di terra la massima estensione di vigna gestibile dal
singolo produttore, e il cavallo il miglior aiuto per l’uomo per
arare e predisporre la terra di vigna.

L’utilizzo esasperato dei diserbanti negli anni passati ha
inibito la possibilità di vita delle radici della vigna che
non potendo più nutrirsi nel sottosuolo, riaffiorano per
subalimentarsi col fertilizzante chimico loro propagato. Nonostante
questa costrizione all’abbruttimento del vigneto, l’utilizzo della
tecnologia in cantina ha fatto aumentare considerevolmente la
qualità del vino. La sfida del biologico e del biodinamico
è quella di arrivare a ottenere un vino eccellente senza
forzatura della terra, con l’applicazione costante e ben
distribuita nel tempo e nel dosaggio di elementi naturali,
rispettosi dei ritmi della natura. Degusteremo così un vino
da uve prodotte nell’assoluto rispetto del sottosuolo che le
ospita, caratterizzato dal microclima, equilibrato di per
sé, con la complessa semplicità di un alimento
integro e sano.

Alcuni produttori guardano ancora con scetticismo al biologico,
convinti che senza le direzioni e le costrizioni date dall’utilizzo
meccanico e tecnologico i vini non si esprimeranno al loro meglio.
Ma i risultati dati dai vini prodotti con tecniche ecosostenibili
stanno dando risultati di eccellenza, di complessità e
potenzialità di evoluzione nel tempo. Non a caso aziende al
meglio della produzione qualitativa internazionale come il Domaine
de la Romanee Conti in Borgogna, Comtes Lafon, Chapoutier, Zind
Humbrecht, Chateau Pavie e altri in Francia e nel mondo hanno
riconvertito le loro pratiche di coltivazione in biodinamiche. E i
consumatori sensibilizzato al rapporto cibo-natura hanno dimostrato
di preferire questi vini, la cui produzione rinuncia a regole
massificate in favore dell’equilibrio con la terra, e di essere
disposti a spendere un po’
di più (la produzione è ancora limitata rispetto
al grande mercato) pur di contribuire alla tutela di sapori
autentici e alla salvaguardia della terra.

A cura di
Simonotti Enoteca – Arona
www.wineacademyitaly.com

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