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Il padiglione britannico a Expo Astana 2017 sarà immerso nella musica di Brian Eno, che ha realizzato un paesaggio sonoro sull’evoluzione dell’energia.
Esplorare il passato, il presente e il futuro dell’energia attraverso la musica. Questa la sfida raccolta dal produttore Brian Eno, autore del paesaggio sonoro che dal 10 giugno animerà il padiglione del Regno Unito a Expo Astana 2017, in Kazakistan. Eno ha composto un brano continuo che accompagna i visitatori del padiglione nelle diverse aree della struttura. La colonna sonora comincia con una singola nota, udibile all’ingresso fino alla sezione che indaga sulla creazione dell’universo, prima di espandersi in un pezzo a più tonalità nella parte della mostra che esplora l’invenzione umana.
La musica di Brian Eno dovrebbe arricchire l’esperienza immersiva e multisensoriale del padiglione We Are Energy, percorrendo uno spazio circolare di 2.200 metri quadrati circondato all’esterno da uno schermo a 360 gradi e illuminato da una luce blu elettrico. L’edificio, progettato dall’architetto londinese Asif Khan, simula attraverso suoni e immagini animate – generate al computer dallo studio Factory Fifteen – l’evoluzione dell’energia in una sequenza temporale, dalle sue origini alla produzione di energia sostenibile. Al centro, un anello illuminato accenna all’intelligenza umana.
Khan ha lavorato in collaborazione con l’astrofisica Catherine Heymans, professoressa dell’università di Edimburgo, per sviluppare una timeline scientifica suddivisa in quattro sezioni: espansione dell’universo, ingenuità umana, paesaggio e natura, innovazione britannica. Ogni sezione ha un suono specifico composto da Eno. L’architetto ha affermato che il padiglione vuole promuovere lo sviluppo di fonti di energia e tecnologie sostenibili:
L’universo si è formato 13,8 miliardi di anni fa. In quel momento l’energia e la materia erano nello stesso luogo contemporaneamente. Mi affascina l’idea che tutto, compresa la vita sulla terra, sia composto da questa energia arcaica. Ho cercato un modo per esprimere tale relazione ai visitatori e per indagare come l’energia possa essere continuamente sfruttata e bilanciata intorno a noi.
La sonorizzazione di Brian Eno segue a breve distanza l’uscita del suo ultimo album Reflection, il ventiseiesimo da solista e il primo di musica ambient da cinque anni. Una lunghissima carriera, quella del “non-musicista”, compositore e produttore tra i più venerati al mondo, cominciata nel 1971 con i Roxy Music e proseguita da solo con Here Come the Warm Jets, passando per i suoi dischi di musica generativa e ambient – genere da lui stesso inventato nel 1980 – fino ai lavori più commerciali e alle produzioni memorabili di David Bowie (trilogia berlinese), Talking Heads, U2 e Coldplay.
L’Eno visionario ha contribuito a progettare l’orologio Long Now che scandirà il tempo – una delle sue ossessioni – per 10.000 anni e inventato le Oblique Strategies, carte che favoriscono il pensiero laterale proponendo soluzioni ai blocchi mentali di musicisti e creativi. Ma Eno è anche un rinomato artista visivo, un instancabile attivista e un filosofo che riflette su un mondo più giusto. Intervistato da Pitchfork, ha spiegato il suo rifiuto dei modelli gerarchici in favore di quelli ecologici. Arte per lui significa mettere insieme più cose complesse, come fa la natura. Un miscuglio di volontà e desiderio con una comprensione dell’ecologia per capire quali siano i margini di libertà e fino a che punto si possa interferire.
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