
Non comporta l’uccisione di bachi da seta, ma l’estrazione di polpa di pino ed eucalipto: la fibra cellulosica è la nuova frontiera vegan del lusso.
I consumatori cercano prodotti sempre più rispettosi dell’ambiente e dei lavoratori, facilmente rintracciabili ed acquistabili. Per questo la Stockholm fashion week è stata cancellata, e si trasformerà in qualcosa di nuovo.
La prossima fashion week di Stoccolma, prevista dal 27 al 29 agosto nella capitale svedese, non avrà luogo perché la manifestazione, che normalmente si tiene due volte l’anno, deve dare più spazio a modelli sostenibili. Lo ha annunciato lo Swedish fashion council: “Vogliamo congedare il passato, e creare strumenti che preparino i designer al futuro”, ha dichiarato l’amministratrice delegata Jennie Rosen. L’obiettivo è spingere i brand a ridurre il proprio impatto sull’ambiente, andare alla ricerca di nuovi materiali, migliorare costantemente la qualità di vita dei lavoratori, fino a modificare gli standard nell’industria della moda.
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Standard che stanno già cambiando. Dalla London fashion week, ad esempio, sono state messe al bando le pellicce, così hanno sfilato soltanto collezioni fur free. In memoria della strage di Rana Plaza, in Bangladesh – nella quale persero la vita più di mille operai che producevano indumenti per noti marchi occidentali – è nata la Fashion revolution week.
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In search of a model that is more “relevant to the industry’s current needs,” the Swedish Fashion Council says it will no longer host Stockholm Fashion Week. https://t.co/t21Ir9CkfO pic.twitter.com/nxCWSMafNg
— The Fashion Law (@TheFashionLaw) 3 luglio 2019
“Sostenibilità, tracciabilità, circolarità e consumo collaborativo. Sono queste le parole chiave che stanno attraversando il mondo della moda e che da qui al 2030 diverranno realtà”, spiega Enea Roveda, amministratore delegato del gruppo LifeGate.
Le fashion week si stanno evolvendo per rispondere meglio alle esigenze dei consumatori e scongiurare la “morte imminente” che molti giornalisti prevedono per eventi come quello di New York. A minacciarli, come spiega la redazione del Post, ci sono vari fattori: la rapidità della produzione e la possibilità di acquistare online; l’avvento e l’importanza crescente dei blogger, di Instagram e degli influencer; la crisi della stampa tradizionale; la forte domanda di nuovi prodotti da parte dei clienti. Prodotti che sempre di più dovranno rispettare criteri di sostenibilità ambientale e sociale, dimostrandolo con certificazioni affidabili a consumatori consapevoli. Da Stoccolma, quindi, ci si aspettano grandi cose.
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